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La Molisana: quando la tradizione è rivoluzionaria

La Molisana: quando la tradizione è rivoluzionaria
La Molisana: quando la tradizione è rivoluzionaria

La Molisana: quando la tradizione è rivoluzionaria

Information
Fabio Massi

Un fatturato 2020 di 180 milioni di euro, da lungo tempo in crescita a doppia cifra, un 2021 che si sta svolgendo sotto i migliori auspici, una brand awareness, in Italia e all’estero, da fare invidia a molte altre industrie alimentari: questa è, in poche parole, La Molisana.

La società di Campobasso, fondata nel 1912, è stata rilevata, dieci anni fa, dalla famiglia Ferro, dedita, da quattro generazioni, alla produzione di semole di grano duro di altissima qualità. Proprio nella settimana in cui ricorre il World Pasta Day, abbiamo parlato con l’amministratore delegato, Giuseppe Ferro.

Nel 2011 la sua famiglia ha acquisito l’azienda. Cosa è successo da allora?

Abbiamo lavorato duramente, ma con la passione di sempre, e siamo passati da uno 0,3 per cento di quota di mercato, al secondo posto nella pasta integrale e al terzo, a valore, in quella classica. Questa crescita eccezionale è legata a una strategia di solidi investimenti, specie sul versante della produzione, dove La Molisana è ultratecnologica, per preservare la qualità, abbattendo però i costi di prodotto.

Altri driver?

La qualità è, per La Molisana, un volano fondamentale, sostenuta da un robusto impegno in termini di immagine e di sostenibilità. Questo insieme di valori si è concretizzato, a fine giugno, nel lancio del packaging in carta 100% riciclabile, proveniente da foreste gestite in modo responsabile e certificate Forest stewardship council (Fsc). Nei primi tre mesi delle nuove confezioni le vendite sono salite del 15,3 per cento sul corrispondente periodo del 2020, e dunque su un intervallo cronologico nel quale il Covid aveva già portato verso l’alto il mercato della pasta (+10% gli acquisti dello scorso anno nel retail e +16% per l’export, ndr.). Nel 2020 si è venduto moltissimo, per le ragioni che ben conosciamo: bisogno di fare scorta, specie di alimentari confezionati, spese più abbondanti per evitare di andare troppo spesso al supermercato, riscoperta del piacere di cucinare in casa, derivante a sua volta dal maggiore tempo libero o, comunque, dall’esplosione dello smart working…

Il vostro primo bilancio di sostenibilità è imminente. Cosa può dirci di questa tappa?

È appunto una tappa, la prima di un lungo percorso; a monte c’è un lungo lavoro di cambiamento generale dell’azienda, che parte dalla capacità di darsi una forma mentis nuova per approcciare il mercato. Le imprese sostenibili devono produrre in modo coerente, scegliere le giuste materie prime, i materiali opportuni per gli imballaggi, dotarsi di tecnologie con impatto ridotto, affidarsi a operatori e sistemi logistici anch’essi rispettosi dell’uomo e del pianeta, scegliere bene le fonti energetiche. La Molisana, in questo caso, si è dotata di un innovativo impianto di trigenerazione per la produzione combinata di energia elettrica, termica e frigorifera. Produrre contemporaneamente queste forme di energia è più conveniente che realizzarle separatamente, recuperando il calore che altrimenti andrebbe perso e raggiungendo livelli di efficienza molto elevati.

Ci fa un esempio di logistica sostenibile?

Per ogni azienda questo è, oggi più che mai, un fattore critico di successo. Dunque, abbiamo già fatto una scelta virtuosa, selezionando un fornitore di bancali e contenitori che offre l'innovativo servizio del pooling pallet, il quale sostituisce i pallet bianchi in interscambio monouso. Questo servizio coinvolge tutti gli attori della filiera distributiva: produttori, operatori logistici, Cedi e punti di vendita, affinché si scambino i bancali all'interno del proprio percorso: per ogni pallet consegnato pieno viene restituito un altro pallet pieno, che percorre la strada inversa. La compatibilità fra pallet è assicurata dallo standard Epal. La soluzione è l'esempio di una gestione efficiente e sostenibile, resa possibile da strategie di networking. Le ricadute positive in termini ambientali sono evidenti e misurabili.

Un grande impegno. E il premio?

Sì, un grande impegno, ma grandi sono anche i premi, sia morali – difendere il pianeta è un dovere di tutti -, sia di business: riduzione di costi nel medio periodo, possibilità di accontentare un consumatore che, specie se giovane, è molto sensibile a questi temi, essere sempre all’avanguardia in termini di impiantistica e tecnologia…

Da tempo il grano italiano è un must. Quali sono le vostre scelte?

Noi utilizziamo solo materia prima nazionale e questo è percepito in modo molto positivo dal consumatore. Ma per spiegarle il perché devo fare una lunga precisazione. L’Italia è un grande produttore di grano e, a seconda delle annate, oscilla fra i 4 e i 5 milioni di tonnellate. Tuttavia, in passato, l’offerta del nostro Paese non era un’eccellenza assoluta e, in un contesto comunque dominato da una materia prima buona o ottima, esistevano ancora sacche di offerta scadenti. Poi gli industriali hanno cominciato a stipulare i cosiddetti contratti di coltivazione che, da un lato, assicurano agli agricoltori un prezzo minimo garantito e, dall’altro, li vincolano a regole precise: impiego di sementi certificate, concimazioni e diserbi fatti secondo buone pratiche e avvalendosi di previsioni meteorologiche il più possibile affidabili... In tal modo il grano italiano ha fatto un vero cambio di passo e quest’anno avremo, in assoluto, la migliore materia prima nazionale di sempre, con un indice proteico massimo compreso fra 17 e 19.

Il 2020, abbiamo visto, è stato un anno boom per la pasta italiana. Come sta andando il 2021?

Davvero molto bene. Anzi nel 2021 La Molisana sta lavorando ancora di più, con un tasso di crescita cumulato, nei primi 9 mesi, del +12,1 per cento in volume. E da dieci anni l’azienda sta galoppando sia in Italia, sia all’estero, anche grazie, come le dicevo, a costanti investimenti in qualità. Il consumatore apprezza oggi il nostro marchio, ha fiducia in esso e, negli acquisti, lo preferisce anche a nomi più diffusi e a competitor con dimensioni ben diverse dalle nostre.

Quanto conta per voi il food service?

Sebbene il retail sia il nostro canale principale, il mercato va seguito nella sua interezza. Dunque, l’Horeca è importante e, al netto dei vari lockdown, qui abbiamo un successo e un dinamismo ancora maggiori che sullo scaffale, spesso condizionato da fattori esogeni, come il merchandising, la comunicazione e il marketing in genere. Nella ristorazione le cose sono diverse, dal momento che il professionista sceglie sempre e solo in funzione della qualità.

E l’estero?

Fino a dieci anni fa l’estero contava molto poco. Con l’ingresso della nostra famiglia è stato fatto un grandissimo lavoro e oggi il marchio è diffuso in 104 Paesi con una quota, sul fatturato, del 42 per cento. I mercati più importanti sono quelli classici della pasta italiana, come Usa e America Latina, una parte del Giappone e le grandi economie europee. E poi ci interessano molto, fra gli altri, il Canada e l’Australia.

Il lineare della pasta secca è sempre più corposo: classica e integrale, con e senza glutine, e poi grani antichi, ma anche prodotti a base di legumi, quinoa e superfood. Cosa ne pensa?

Il senza glutine è una diversificazione normale e giusta: la pasta è democratica e nessuno deve sentirsene escluso. Per il resto, e qui parlo da semplice consumatore, ritengo che la pasta sia buona così com’è, nella sua ricetta tradizionale, anche perché i legumi, durante la cottura, non hanno una tenuta comparabile a quella del grano. Molto interessante trovo, invece, la riscoperta del farro, o di alcune varietà di grano che non sono più diffuse su larga scala, e che sono invece di grande qualità e digeribilità. Noi non siamo ancora presenti, ma le nostre valutazioni sono molto positive.

I vostri best seller?

Sicuramente lo Spaghetto Quadrato, nato dalla tradizione abruzzese-molisana e nel quale abbiamo creduto molto e che ci ha portato un successo incredibile. Poi la farfalla rigata, le trofie liguri e, non ultimo, il Rigacuore, un rigatone a forma di cuore. E poi ancora Trighetto, uno spaghetto triangolare di nostra invenzione, Quadrotto, Cubetto… La pasta, pur essendo tradizionale, per noi si presta molto all’inventiva.

Concludiamo con i vostri prodotti dedicati alle squadre di calcio e con il canale Intenet…

Abbiamo pasta dedicata a tante grandi squadre, come Milan, Inter, Roma, Pescara, Catanzaro… È un’innovazione, un divertimento ma anche un modo per ricordare alle persone che la pasta è un prodotto salutare, che nutre bene e che si sposa perfettamente con il motto “mens sana in corpore sano”. Innovativo è anche il canale Internet: nel nostro negozio Amazon il Rigacuore, per esempio, registra, costantemente, il tutto esaurito. Sul digitale investiremo in modo crescente, perché risponde alla sempre maggiore richiesta di multicanalità.

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