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Imballaggi in cartone ondulato: la parola a Bestack

Imballaggi in cartone ondulato: la parola a Bestack
Imballaggi in cartone ondulato: la parola a Bestack

Imballaggi in cartone ondulato: la parola a Bestack

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Fabio Massi

Claudio Dall’Agata, direttore di Bestack, consorzio nato nel 2004 che si impegna costantemente per trovare soluzioni in grado di fornire benefici economici reali all’ortofrutta contenuta lavorando sull’innovazione dell’imballaggio in cartone, traccia in questa intervista un quadro chiaro e preciso del settore.

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Innanzitutto chiariamo subito una cosa: chi è Bestack?
Bestack è un consorzio aperto senza scopo di lucro costituito dalle aziende che producono imballaggi in cartone ondulato per ortofrutta. Ci occupiamo di ricerca, certificazione degli imballaggi e promozione dei risultati della nostra ricerca. La nostra priorità è migliorare costantemente gli imballaggi in cartone ondulato per contribuire a qualificare e rendere più competitiva l’ortofrutta italiana. Bestack è nato nel 2004 e ed è costituito da 9 aziende che rappresentano oltre il 95% della produzione italiana di imballaggi di cartone ondulato per ortofrutta:l a tipologia di imballaggio più usata nel settore ortofrutticolo.

Qual è il trend della domanda nell’utilizzo di imballaggi per ortofrutta, sia da parte della distribuzione che dei consumatori? È cambiato qualcosa rispetto al passato?
È cambiato molto. Prima per gli imballaggi si richiedeva trasporto e protezione. Oggi queste due funzioni sono solo prerequisiti imprescindibili e ne servono tante altre: unicità, evocazione, creazione del valore, garanzie di igiene, sostenibilità ambientale, provenienza, comunicazione, segmentazione, supporto per le politiche di marca, segmentazione cromatica nell’esposizione a all’interno della grande distribuzione. Si parla quindi di funzioni crescenti, che devono essere una componente di servizio stesso del prodotto che il consumatore compra.

Tutte queste funzioni non rischiano però di avere pesanti riflessi sul fronte del prezzo?
Il fattore economico è certamente, oggi più che mai, un elemento fondamentale ma non può e non deve esserlo in assoluto. Mi spiego meglio. La competitività di un prodotto deriva dalla convenienza economica che risulta dal rapporto tra valore economico del bene e servizi che offre. In pratica se i benefici offerti hanno un valore economico superiore al prezzo di acquisto la convenienza cresce quindi se un imballaggio riesce ad aumentare e allungare la vita a scaffale del prodotto contenuto di qualche giorno piuttosto che ridurre lo scarto di alcuni punti percentuali, il valore creato grazie ad un prodotto più buono per più tempo è certamente superiore all’eventuale costo addizionale dell’imballaggio attivo rispetto al tradizionale. Il produttore fidelizza i clienti con meno contestazioni, il distributore può mantenere per più tempo il prodotto in vendita e il consumatore avrà più tempo per consumare un prodotto più buono

In base a quale evidenza oggettiva un imballo in cartone ha la possibilità di avere maggiori vantaggi sulla shelf life del prodotto ortofrutticolo? Perché una confezione di cartone dovrebbe conservare meglio e più a lungo un prodotto rispetto a una normale cassetta di plastica?
Credo che l’approccio più funzionale di ognuno sia concentrarsi migliorare la propria offerta e non nel deprecare quella altrui. Il compito di Bestack è trovare soluzioni in grado di fornire benefici economici reali all’ortofrutta contenuta lavorando sull’innovazione dell’imballaggio in cartone. Il progetto di ricerca realizzato dal DISTAL dipartimento di scienze e tecnologie agroalimentari dell’Università di Bologna con sede a Cesena ha consentito di realizzare un imballaggio attivo in cartone ondulato in grado di allungare la vita di scaffale dei prodotti ortofrutticoli di oltre 1,5 giorni rispetto agli imballaggi tradizionali e ridurre gli scarti alimentari di oltre il 10%. Contiene oli naturali che hanno un’azione antimicrobica sia sull’imballaggio sia sul prodotto contenuto. Si tratta di oli già presenti negli alberi da frutto che hanno un’azione regolativa dei processi di maturazione. Creano benefici da tanti punti di vista, i prodotti sono più buoni perché è come se il frutto rimanesse attaccato alla pianta.

Parliamo quindi di elementi che hanno la capacità di rallentare il processo di maturazione?
Sì, è come se il frutto fosse ancora attaccato alla pianta.

Da quando saranno disponibili questi nuovi imballi?

Contiamo di partire nella seconda metà del prossimo anno. Nel 2016 abbiamo testato gli imballaggi attivi già nei punti vendita di una piccola catena distributiva per tre mesi interi su fragole, albicocche e nettarina. L’Università ha fatto oltre 4.500 analisi e i risultati sono stati sorprendenti: le fragole confezionate in imballaggio attivo hanno avuto percentuali di deterioramento rispetto all’imballaggio tradizionale inferiori del 8-13%, le albicocche meno 13-18% di scarto e nettarine oltre il 20% di scarto in meno.si sono buttate via dall’8 al 13% di fragole in meno. Nella prima parte del 2017 consolideremo questi risultati con prove su ampia scala dall’e-commerce all’export overseas, dalla distribuzione europea ad altri prodotti specifici.

Parliamo di sostenibilità del materiale: quali sono i vantaggi del cartone rispetto al legno o alla plastica?

La vera sostenibilità si ottiene a mio avviso se il prodotto assolve al 100% la propria funzione, e nel caso degli imballaggi se consente al prodotto contenuto di essere consumato. Ha poco senso parlare di sostenibilità solo degli imballaggi mentre ne ha molta di più se si considera quella dell’intero ciclo di consumo di cui l’imballaggio è solo un piccolo ingranaggio. Occorre però ricordare che l’impatto ambientale dell’imballaggio nel settore ortofrutticolo non vale il 15% del totale. Sia chiaro per noi il rispetto della sostenibilità è una priorità. Bestack lavora perché la produzione di imballaggi in cartone ondulato sia sempre più sostenibile e per combattere la diffusione di falsi miti. Noi piantiamo più alberi di quelli che occorrono per produrre cellulosa, le foreste sono certificate e la loro superficie aumenta, gli imballaggi in cartone massimizzano la quantità del prodotto trasportato senza un centimetro cubo di aria in più, il cartone per ortofrutta è di fibra vergine monouso, garantisce il massimo standard di igiene ed è recuperato a destinazione e riciclato nel 95% dei casi. La differenza la fa l’utilizzo. Questo lo dice il Politecnico di Milano e il WWF.

E sul fronte della comunicazione? Parlate indifferentemente sia all’operatore del settore che al consumatore o vi concentrate solo sul B2B?

Noi cerchiamo di fare anche informazione e non solo comunicazione . Quando realizziamo una ricerca forniamo tutti i dettagli dell’indagine, così che l’interlocutore possa avere tutti i dati per comprendere ed approfondire. La nostra informazione è B2B, stiamo cercando di fare un salto di qualità e arrivare al consumatore. Ma non è facile. Ci vogliono molti investimenti. Il 13 dicembre abbiamo però presentato alla Camera dei Deputati il progetto legato al nuovo imballo nell’ambito di una attività parlamentare finalizzata alla riduzione dello spreco alimentare. E’ la dimostrazione del nostro impegno a sostegno dell’ortofrutta e in favore del consumatore.

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