La Garbini Consulting si occupa di gestire in outsourcing l’ufficio acquisti delle imprese agroalimentari, un servizio innovativo in Italia, dove la strategia di affidare a terzi specifiche funzioni è utilizzata in diversi rami aziendali ma molto poco in quello degli approvvigionamenti. La redazione di DM ha chiesto ad Andrea Garbini, amministratore della società, come è nata l’idea di offrire questo particolare servizio alle imprese, quali sono i vantaggi effettivi e quali gli obiettivi da raggiungere.

Quando è nata la Garbini Consulting? Com’è strutturata e quali sono le esperienze che caratterizzano le persone al suo interno?
La Garbini Consulting nasce nel 2004 da una mia idea imprenditoriale.  Attualmente si avvale di una decina di persone che lavorano in sede a cui si aggiungono diversi agenti che operano su tutto il territorio nazionale. Il team della Garbini Consulting è costituito sia da persone giovani che da persone con una grande esperienza nel settore degli acquisti. I nostri agenti, ad esempio, sono tutti buyer certificati Adaci con grande conoscenza del mondo dei fornitori e delle dinamiche contrattuali.

Esistono diversi servizi oggi in Italia dati in outsourcing dalle aziende, ma l’ufficio acquisti è ancora gestito per lo più all’interno. Da dove nasce l’idea di dedicarvi a questa area di attività? Lo ritiene un servizio che risponde a una reale domanda?
L’idea nasce dalla constatazione del fatto che la maggioranza delle aziende medio piccole in Italia non ha un ufficio acquisti. E questo accade perché non hanno i mezzi economici per sostenere la relativa spesa che è elevata (un buyer costa oggi intorno ai 60 mila euro l’anno) o comunque è troppo alta rispetto al volume di acquisti che l’impresa stessa genera. L’altro fattore che ci ha convinto a mettere sul mercato il nostro servizio è che spesso anche le aziende grandi hanno volumi di affari bassi, e quindi si viene comunque a formare un grande squilibrio di potere contrattuale con i fornitori. Noi offriamo un servizio che risponde a diverse esigenze, come avere un ufficio acquisti strutturato e preparato a costo zero. In più garantiamo una forza contrattuale che non ha pari, dato che noi mettiamo virtualmente in alleanza diverse imprese di fronte ai fornitori.

Vi rivolgete esclusivamente all’industria o anche alla distribuzione? Potrebbe tracciarmi il profilo di un vostro cliente tipo?
In realtà noi ci rivolgiamo a tutti i tipi di impresa, sia essa piccola o grande, e sia all’industria che alla gdo. Perché tutte le aziende hanno bisogno di recuperare risorse. Posso dire che il nostro cliente tipo deve avere un giro di acquisti di minimo 400mila euro di imballaggi (cartoni, etichette, cartotecnica, film, vassoi ecc.).

Su quali prodotti, in particolare, avete deciso di concentrare la vostra attività?

Noi siamo focalizzati sui prodotti da imballaggio, primario e secondario, e sull’ingredientistica industriale. E c’è un motivo importante alla base di questa scelta: su questi prodotti l’incidenza del costo della tecnologia è molto elevato (alti ammortamenti) e quindi il loro prezzo finale risulta essere sempre molto alto. Di contro, concentrare il volume della domanda significa dare la possibilità ai fornitori di migliorare l’offerta e alle aziende, quindi, di creare risparmio.

Quali sono i vantaggi effettivi per un’azienda che sceglie la vostra formula di outsourcing rispetto a quelle che si rivolgono, per esempio, alle centrali d’acquisto, più comunemente utilizzate dai buyer?
Le centrali di acquisto sono innanzitutto gruppi chiusi agli affiliati, dove si paga una quota associativa di ingresso, mentre da noi non si paga nulla per entrare ma si paga la consulenza con una percentuale sul risparmio ottenuto (success fee). Inoltre le centrali di acquisto riguardano il prodotto finito. Invece noi andiamo a gestire non il prodotto finito ma tutti i prodotti che lo compongono.

A quanto ammonta il budget che attualmente gestite? Quali sono i vostri traguardi e quali obiettivi di fatturato volete raggiungere?

Attualmente gestiamo 100 milioni di euro acquisti e per l’anno in corso prevediamo un incremento del 30 per cento.

Vi state dedicando esclusivamente al mercato italiano o pensate a uno sviluppo anche su quelli esteri?
Per il momento siamo concentrati sul mercato italiano.