di Emanuele Scarci

Newlat Food sugli scudi. La multinazionale ha appena chiuso il migliore bilancio della sua storia e, grazie alla liquidità in cassa, punta a un’altra acquisizione di peso entro l’anno. Con l’obiettivo del miliardo di fatturato. I ricavi consolidati 2020 di Newlat sono stati di 516,9 milioni, +3,2%, e il Margine operativo lordo è salito a 49,6 milioni rispetto ai 35 milioni nell’esercizio precedente. Il risultato netto è di 38,6 milioni contro 7,2 milioni.


Risorse in cassaforte

“L’esercizio appena concluso – commenta il presidente Angelo Mastrolia - ci consente di raggiungere il primo mezzo miliardo di fatturato. L’acquisizione della Centrale del Latte d’Italia è significativa anche perché in pochi mesi è stata resa profittevole: nel 2019 aveva chiuso il bilancio in pesante perdita. Questi risultati ci hanno permesso di generare un ottimo flusso di cassa che, insieme alle risorse raccolte con il collocamento del bond emesso a febbraio (200 milioni ndr), ci forniscono risorse cospicue per crescere per linee esterne. E quindi raggiungere, entro i prossimi 12-24 mesi, un miliardo di fatturato”. Newlat Food potrebbe riuscire ad assicurarsi una delle potenziale 5 prede entrate nel radar. Quali sono? “Posso solo dire - dichiara Mastrolia - che alcune società operano nell’ambito dei nostri prodotti e altre ancora in categorie diverse. In Germania ci sono alcuni target interessanti e uno anche in Italia, in un settore diverso dal nostro, e fa capo a una nota multinazionale. Infine abbiamo nel radar una società britannica operante nel comparto del bakery. Entro giugno, tra procedure e due diligence, sapremo qualcosa”.

Pasta, latte e bakery

Newlat, che fa capo alla famiglia Mastrolia ed è quotata alla Borsa di Milano, opera nei business di pasta (28% dei ricavi), latte e derivati (54,8%), bakery (7,8%) e prodotti speciali e diversi (9,4%). La società è il primo produttore tedesco di pasta, con i marchi Birkel e 3 Glocken. I brand più notti della scuderia sono Buitoni, Centrale del Latte d’Italia, Delverde, Ala, Optimus, Matese, Giglio. Circa il 62% delle vendite è realizzato nel canale della Gdo, il 16,5% nel normal trade, il 10% nel B2b e l’11,6% tra food service e private label.