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Bosca, una lunga storia di internazionalizzazione

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Bosca, una lunga storia di internazionalizzazione

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Redazione

Nata nel 1831, Bosca è l'impresa vitivinicola piemontese a conduzione familiare, specializzata nella produzione di spumanti.

br>Nel corso della sua lunga storia la società con sede a Canelli, in provincia di Asti, ha saputo rinnovarsi pur rimanendo profondamente legata alla tradizione, mossa dalla forte spinta verso l'internazionalizzazione che, ancora oggi, rappresenta uno dei capisaldi della strategia aziendale. L'amministratore delegato Pia Bosca traccia il profilo completo della spumanteria, giunta oggi ai suoi 188 anni di attività.

Dottoressa Bosca, ci racconti la storia dell'azienda e che rilevanza ha sul mercato estero e su quello italiano.


Bosca è una delle Case Spumantiere presenti in Italia più antiche: l'azienda è nata nel 1831 a Canelli ed è gestita, da sei generazioni a questa parte dalla stessa famiglia fondatrice.
Le cantine di Canelli, conosciute in tutto il mondo come le "Cattedrali Sotterranee", vantano una storia molto antica e, dal 2014, sono tutelate dall'Unesco come Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Questo riconoscimento è motivo di grande orgoglio per la nostra azienda e contribuisce non solo a rafforzare la credibilità della nostra attività, ma anche a legittimare progetti innovativi che si basano su una tradizione riconosciuta a livello internazionale.
In uno scenario assai frammentato come quello del settore vitivinicolo, caratterizzato in larga parte da piccole-medie imprese e da una polverizzazione dell'offerta, siamo portatori di una specificità che ci permette di differenziarci.

Quali sono le ragioni che vi hanno spinto a puntare inizialmente sul mercato estero?


Da generazioni la nostra famiglia è mossa dal desiderio di distinguersi e di proporre qualcosa di diverso rispetto ai competitor. Quando l'azienda fu creata, nel 1831, il fondatore Pietro Bosca ebbe per primo l'intuizione di procedere alla registrazione della società e di trasformarla in un'attività commerciale.
Successivamente, seguendo la scia dei flussi migratori che hanno interessato tutta la prima metà dell'Ottocento, l'impresa ha spostato il proprio raggio d'azione al di fuori dei confini regionali e nazionali, approdando nel continente americano. Siamo stati i primi ad aprire una filiale sia in America Latina che negli Stati Uniti, estendendo la distribuzione dei prodotti agli emigrati italiani presenti in quei territori che, in questo modo, avevano modo di assaporare i prodotti della propria terra.

Quali sono le principali categorie di prodotto che commercializzate?


Il nostro core business è lo spumante che produciamo da 188 anni.
Gli Sparkletini, invece, sono il nostro prodotto di punta nel panorama internazionale: si tratta di un blend di vino e cereali aromatizzato alla frutta, una bevanda innovativa caratterizzata, grazie alle bollicine, da una finitura frizzante non ascrivibile però alla categoria degli spumanti.
Dopo il grande successo registrato all'estero abbiamo deciso di introdurre la linea anche sul mercato italiano, inaugurando una campagna promozionale a partire dalla Puglia.
Sempre nell'ambito delle bollicine alternative, abbiamo ideato Toselli, uno spumante analcolico certificato Halal, pensato specificatamente per la comunità musulmana, frutto di un progetto a cui teniamo in modo particolare poiché si basa sull'auspicio di una maggiore integrazione socio-culturale, anche attraverso la convivialità.

Parliamo ora di numeri: a quanto ammonta il fatturato e quanto pesano sia il mercato italiano che quello estero?


Per quanto riguarda il mercato italiano, il fatturato ammonta a circa 30 milioni di euro. L'introduzione degli Sparkletini è finalizzata a incrementare ulteriormente questa cifra.
Disponiamo, inoltre, di stabilimenti produttivi in Russia e in Lituania, tramite i quali serviamo il mercato dell'est Europa.

Per quanto riguarda il nostro Paese, siete presenti solo in grande distribuzione o presidiate anche altri canali distributivi?


Per quanto riguarda il mercato italiano la maggior parte delle vendite deriva dalla grande distribuzione e corrisponde a circa l'80% del fatturato. Serviamo anche il canale horeca, sia pur a macchia di leopardo, e svolgiamo attività legate alle festività attraverso la realizzazione di cesti regalo. In questo settore, lo Spumante Buon Anniversary rimane il prodotto di maggiore distribuzione.

Quali sono le principali strategie di sviluppo che state attuando sul mercato italiano e come le supportate dal punto di vista della comunicazione e del marketing?


In questo momento stiamo lavorando per introdurre sul mercato italiano la linea degli Sparkletini. Abbiamo inaugurato una campagna promozionale in Puglia, che coinvolge i locali e gli stabilimenti balneari dove organizzeremo beach party. Contestualmente, ci rivolgiamo anche al canale della grande distribuzione, in modo tale che il consumatore finale possa trovare a scaffale i nostri prodotti e acquistarli in autonomia.
Il tour promozionale è in partenza ad agosto e prevede attività di sampling effettuate da personale specializzato, supportate da attività di advertising a livello nazionale.


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