Gruppo Lavazza ha mostrato, nell’ultimo esercizio, un’invidiabile capacità di crescita. Del resto la recessione, sebbene presente in questo mercato, ha tuttavia un andamento a macchia di leopardo: mentre le vendite nella gdo rallentano, molti italiani premiano i prodotti ad alto valore aggiunto, come cialde e capsule.

Il bilancio di Luigi Lavazza spa e il consolidato evidenziano intanto un’impennata di fatturato del 4,9%, fino a 1.330,7 milioni di euro contro i 1.268,1 del precedente anno. Ottimo andamento anche per l’Ebitda (da 113,1 a 176,9 milioni) e per l’Ebit che schizza a 98,2 milioni dai 15,9 del 2011. L’azienda fa un vero pieno di utili, che si approssimano ai 100 milioni: 97,1 per essere precisi, mentre il 2011 si era chiuso con una perdita di 9 milioni. Su questo dato ha avuto un peso la contrazione dei prezzi della materia prima (il ribasso dovrebbe proseguire in seguito alla recente epidemia di roya, il fungo killer che ha investito i coltivatori del centro America riversando sul mercato le paurose eccedenze produttive brasiliane) e ha inciso il guadagno dovuto alla vendita di una parte della quota detenuta in Green Mountain Coffee Roasters con sede a Waterbury (Vermont). Ma ai primi di maggio Lavazza ha di nuovo aumentato la propria partecipazione in GMCR dal 6 all’8%.

L’annuncio di oggi, 13 maggio per chi legge, ossia di un rafforzamento per i prossimi 5 anni della partnership fra Green Mountain – detentrice della tecnologia Keurig Single Cup - e Starbuck’s, apre scenari abbastanza inediti. In base all’accordo le capsule di caffè Starbucks e della relativa controllata Tazo Tea Company, saranno infatti seguite a livello di marketing e distribuzione proprio da Green Mountain. Questo non significa ovviamente che sia prossima una storica stretta di mano fra Torino e Seattle, ma comunque i due big sono un po’ più vicini.

Torniamo alle cifre. Sul mercato interno, secondo i dati Nielsen, Lavazza ha guadagnato due punti di quota di mercato a volume, ed è salita al 43,4%, mentre il dato in valore si approssima al 50% attestandosi al 48,5 per cento. Insomma la marca, in questo comparto, premia ancora.

Il piano strategico annunciato dall’amministratore delegato Antonio Baravalle, per il periodo 2013-2015 prevede intanto il mantenimento della leadership italiana secondo precise scelte di business orientate a soddisfare tutti i segmenti di domanda: "Il trend negativo dell'ultimo trimestre 2012 si è confermato anche nei primi tre mesi di quest'anno – ha dichiarato il top manager -. Per essere sempre più vicini ai consumatori e seguirli nelle loro scelte, Lavazza sta proseguendo con un'attenta politica promozionale e con un'offerta di prodotti adeguati a tutte le fasce di prezzo. Si continuerà a lavorare soprattutto sul fronte dell'innovazione, grazie alla divisione ricerca & sviluppo, recentemente potenziata, per garantire una costante evoluzione dell'offerta e presidiare tutte le aree di mercato, da quella di base all'alta gamma, dal prodotto caffè ai sistemi macchine e capsule".

All’estero - 46% delle vendite - si prevede un forte sviluppo mediante alleanze di carattere industriale, plasmate sul modello collaudato con Green Mountain. Nel mirino ci sono soprattutto i grandi Paesi europei, ovvero Francia, Germania, Gran Bretagna, ma anche gli States. Diversamente, in aree più lontane e con potenziale di sviluppo inferiore, come l’Europa orientale e centrale e l’Australia, la multinazionale piemontese continuerà ad avvalersi di distributori locali.

Un’importante “testa di ponte” per penetrare nuove aree sarà rappresentata dalle caffetterie Espression: nuove concessioni di master franchising verranno siglate, dopo quelle stipulate in UK, Russia e presto in Brasile. A tale strategia di sviluppo corrisponde la cessione della catena bulgara Onda Coffee Break - 350 caffetterie ubicate in Europa, Usa e Asia, rilevate dai torinesi per 100 milioni nel 2010 - allo storico alleato locale SoftStock, che da un ventennio è sinonimo di Lavazza nella nazione balcanica.