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Granarolo: il piano industriale al 2027 modella il nuovo bilancio

Granarolo: il piano industriale al 2027 modella il nuovo bilancio
Granarolo: il piano industriale al 2027 modella il nuovo bilancio

Granarolo: il piano industriale al 2027 modella il nuovo bilancio

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Luca Salomone

di Luca Salomone

Esercizio in positivo per Gruppo Granarolo: il progetto di bilancio, che sarà sottoposto all’Assemblea degli azionisti il 22 aprile, è stato approvato, lunedì 18 marzo, dal Consiglio di amministrazione.

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Il fatturato consolidato 2023 si attesta a 1.617 milioni, in crescita di 122 milioni (+8,2%), mentre la variazione a perimetro costante e al netto dell’effetto cambi, si piazza all’8,3%, condizionato però dall’inflazione sulle materie prime e sull’energia.

L’Ebitda è pari a 94 milioni di euro, 5,8% dei ricavi, con un incremento generato soprattutto dalla partenza del nuovo piano strategico, orientato a un’innovazione di prodotto sempre più marcata, alla riduzione dei costi, allo sviluppo delle vendite internazionali e al coordinamento delle strategie industriali verso la filiera a monte (allevamento e agricoltura).

I riflessi dell'aumento di capitale

Il programma, annunciato in ottobre, prevede, da qui al 2027, investimenti di 300 milioni di euro e fa seguito a un aumento di capitale di 160 milioni di euro, delineato a fine marzo 2023, che ha visto l'ingresso, nell’azionariato di Granarolo società per azioni, del Patrimonio rilancio Fondo nazionale strategico, gestito da Cassa depositi e prestiti, e di Enpaia (Ente nazionale di previdenza per gli addetti e gli impiegati in agricoltura), accanto a Intesa Sanpaolo, Cooperlat e Granlatte, il quale ha saldamente conservato la guida.

Il risultato operativo (Ebit) raggiunge, nell’esercizio, un valore di 32,3 milioni, pari al 2% dei ricavi di vendita e con un incremento di 28 milioni sul 2022.

Il gruppo è riuscito ad assorbire un impatto dell’inflazione di 188 milioni nel 2022 e di 35 nel 2023, relativi a materia prima, energia, imballaggi, logistica, costo del denaro.

Il risultato netto dell’esercizio registra un utile di 9,2 milioni, in salita di 7,1 milioni.

La Pfn (Posizione finanziaria netta) è di 178,4 milioni ed evidenzia un miglioramento di 120 milioni. «Questo dato – si legge in una nota – riflette principalmente l’impatto positivo derivante dall’aumento di capitale finalizzato a giugno 2023, al netto di un’attività di investimento di 30 milioni e dell’aumento delle passività finanziarie di circa 14 milioni, legate alle variazioni di perimetro» (leggi anche: Latte Maremma entra nell'orbita di Granarolo).

Il Cda, sulla base dei risultati, ha deciso di proporre all’Assemblea degli azionisti la distribuzione di dividendi per un ammontare di 7 milioni.

Più estero e più intelligenza artificiale

Da sottolineare che le vendite del colosso cooperativo sono tradizionalmente concentrate in Italia, per il 62%, e quelle europee hanno registrato un +7,7 per cento. Invece, fuori dallo scacchiere continentale, c’è stata un leggera flessione di volume, in Canada, per i formaggi duri, in parte compensata dall’incremento nella zona Mea (Medio Oriente e Africa).

Complessivamente, il gruppo realizza, oltre confine, il 38% del proprio business (dunque una corposa fetta di 615 milioni di euro circa. L’export costituisce la maggiore opportunità di crescita.

«Siamo soddisfatti del risultati – dichiara il presidente di Granarolo, Gianpiero Calzolari –. E visto che filiera e mercato sono asset fondamentali stiamo lavorando a una ‘Stalla del futuro’ e a una "Fabbrica del futuro" in cui l’intelligenza artificiale ci consentirà di fronteggiare eventuali e nuovi rischi. Fondamentale, in tutto questo, sarà il nostro impegno a progettare un domani modellato sulla sostenibilità, in stalla e in fabbrica, si tratti di energie alternative – penso al biometano consortile e al fotovoltaico –, di manutenzione predittiva o di IA al servizio della gestione ordini per abbattere i resi».

Leggi anche: Granarolo, sfide a breve e a media scadenza (intervista a Filippo Marchi)

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