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Apo Conerpo in piena salute nell'esercizio 2017

Apo Conerpo in piena salute nell'esercizio 2017
Apo Conerpo in piena salute nell'esercizio 2017

Apo Conerpo in piena salute nell'esercizio 2017

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Fabio Massi

Apo Conerpo ha chiuso il bilancio 2017 con un giro d’affari record, che ha toccato, per la prima volta, 736 milioni di euro, in aumento del 2,8% rispetto ai 716 milioni dell’anno precedente.

“Si tratta di un dato decisamente positivo – sottolinea il presidente, Davide Vernocchi – ottenuto anche grazie all’eccezionale gioco di squadra svolto dalle società che compongono il nostro gruppo. Parliamo di Alegra e Naturitalia leader nella fornitura alla Gdo italiana ed estera, Valfrutta Fresco per la vendita di prodotti di alta gamma sul mercato tradizionale, Brio, specializzata nella commercializzazione dell’ortofrutta biologica, Opera nella massima valorizzazione delle pere italiane. E poi la società collegata Conserve Italia, che da anni assorbe la maggior parte della produzione di drupacee e pomacee non collocate sul mercato del fresco, oltre a pomodori e legumi”.

“Puntando ognuna sulle proprie specificità – prosegue Vernocchi – le filiali di Apo Conerpo hanno saputo cogliere le migliori opportunità per i soci, ricercando gli sbocchi a più alto valore aggiunto”.

In un contesto generale che, in Italia, ha visto gli investimenti a frutteto proseguire la loro diminuzione e le colture orticole mostrare una tendenza all’allineamento agli anni passati, la superficie coltivata dai soci del gruppo ha registrato un incremento dell’1,7% raggiungendo i 31.162 ettari complessivi (506 in più del 2016). La superficie a frutteto ha raggiunto 17.231 ettari (+0,7% sul 2016) a fronte di una contrazione del 4% della superficie investita in Emilia Romagna, scesa a 56.071 ettari (1.511 in meno del 2016).

Per molti prodotti Apo Conerpo costituisce il gruppo di riferimento a livello italiano, esprimendo oltre il 21% dell’intera superficie nazionale investita a piselli, più del 19% di quella coltivata a pere, oltre il 15% per i kaki, più del 10% per il kiwi, il 9,4% per le nettarine, l’8,7% per le susine, il 4,6% per le albicocche, solo per citare i più rappresentativi.

“Passando dai dati produttivi a quelli commerciali – spiega Vernocchi – Apo Conerpo, insieme alle proprie filiali, ha collocato sul mercato oltre 1.080.000 tonnellate di ortofrutta fresca”.

“Per quanto riguarda i diversi canali – prosegue – più di 123.000 tonnellate sono state indirizzate all’esportazione, per un valore superiore ai 123 milioni di euro, quasi 195.000 alla Gdo italiana, per un dato di circa 154 milioni di euro, 119.500 tonnellate al mercato tradizionale, per quasi 89 milioni di euro, e 646.000 tonnellate all’industria di trasformazione, per altri di 89 milioni di euro. Il plusvalore del trasformato ha raggiunto 281 milioni di euro”.

Oltre alle ormai consolidate attività di commercializzazione e valorizzazione della produzione dei soci, anche nel 2017 il gruppo ha perseguito gli obiettivi previsti dall’Unione Europea, attraverso l’applicazione di uno specifico Programma operativo pluriennale.

“Nell’ambito dell’Esecutivo annuale 2017 – afferma il vice presidente, Roberto Cera – Apo Conerpo, coadiuvata da Finaf, la più grande associazione di organizzazioni di produttori europea, ha rendicontato, per i propri associati, investimenti per oltre 42,5 milioni di euro così suddivisi: quasi 19,5 milioni di euro indirizzati al miglioramento della qualità dei prodotti, oltre 7,6 milioni per le misure ambientali, 7,3 per la pianificazione della produzione e dell’offerta, 4 milioni per la prevenzione e la gestione delle crisi, circa 3,5 milioni per la promozione di freschi e trasformati”.

L’incremento del fatturato, insieme alla continua attenzione al contenimento dei costi – riferisce il top management –, ha contribuito a generare un avanzo della gestione, pari a 429.936 euro (+14%), e ha consentito di erogare, anche nel 2017, un ristorno ai soci, pari a 309.000 euro (+3% rispetto all’anno precedente), equivalente a circa il 14% dei servizi addebitati. L’erogazione del ristorno non ha impedito di chiudere l’esercizio con un utile netto pari a 120.936 euro (+57% sul 2016), che verrà destinato a riserva, rafforzando ulteriormente il patrimonio aziendale che sfiora 27 milioni. Il patrimonio, insieme ai fondi interni specifici, ha coperto interamente gli investimenti strutturali, che hanno superato i 32 milioni.

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