Nestlé venderà la fabbrica dello scandalo
Nestlé venderà la fabbrica dello scandalo
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di Luca Salomone
Nestlé ha deciso, il 30 marzo, la chiusura definitiva della fabbrica Buitoni di Caudry attiva dal 1982 nella regione dell’alta Francia.
Da qui sono uscite le pizze a marchio Fraîch'Up che, nella primavera scorsa, hanno causato, nonostante il repentino ritiro dal mercato, una grave infezione da Escherichia coli, con 56 persone contaminate e 2 bambini deceduti.
Macchine ferme dai primi di marzo
Lo stabilimento, riaperto alla metà di dicembre, non si è mai ripreso e il cedimento delle vendite locali delle pizze Buitoni, ha condotto a una riduzione dell’organico, sceso gradualmente da 200 a 130 addetti.
Del resto, la caduta aveva portato al fermo macchine già a partire dalla prima decade di marzo.
In un comunicato, inviato dalla multinazionale elvetica all’agenzia France presse - subito rimbalzato su gran parte della stampa dell’Esagono e poi su molte testate di altre nazioni europee - l’azienda ha precisato che nessuno licenziamento sarà notificato prima del 31 dicembre 2023.
Le risposte dell'azienda
“Nestlé Francia – si legge nella nota - si impegna attivamente a cercare una soluzione che comporti una ripresa solida e duratura della fabbrica, affinché essa possa ospitare nuove attività industriali. La storia dello stabilimento di Caudry non finisce oggi e l’azienda impiegherà tutti i mezzi possibili per fare in modo che il rilancio si concretizzi”.
La multinazionale, secondo alcune fonti giornalistiche, sborserà 5 milioni di euro per favorire una crescita dell’occupazione sul territorio locale, impegnandosi inoltre nel processo di ricollocazione dei 130 lavoratori all’interno o all’esterno del gruppo e in siti non troppo distanti dalle proprie abitazioni.
Leggi anche: Buitoni chiede di riaprire Caudry, ma scatta la causa civile
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