Il Governo sostiene l’export del biologico

Il Governo sostiene l’export del biologico
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Il ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola e FederBio – l’associazione che tutela gli operatori del settore biologico – hanno siglato un accordo volto a favorire la internazionalizzazione di oltre 50. 00 imprese italiane che operano nel comparto delle produzioni bio.
L’agricoltura biologica del nostro Paese ha un ruolo leader in Europa per numero di operatori - 50.275, di cui 45.224 produttori, 4.841 preparatori e 211 importatori esclusivi – ed è al quinto posto al mondo in termini assoluti di superfici (spazio) dopo Australia, Cina, Argentina e Stati Uniti.
Sacjola ha sottolineato che tale accordo, data l’importanza del settore biologico in Italia, può rinvigorire le esportazioni dell’agroalimentare che si pongono in funzione anticiclica. Lo scorso gennaio, anche grazie al biologico - che ha esportato il 4% del fatturato - l’export del settore è aumentato dell’1,1%.
Le aziende coinvolte nel progetto sono dislocate nell’intera penisola: nel sud troviamo il 42% dei produttori, mentre nel triangolo tra Lombardia, Emilia Romagna e Veneto è collocato l’80% delle imprese di trasformazione ed esportazione.
I principali settori produttivi del bio sono: foraggi e cereali, prati e pascoli – 70% di superficie totale – le coltivazioni arboree – olio, ortaggi, vite, agrumi e frutta – e le colture industriali.
Il Ministero sottoscrive, infine, che tale accordo è una forma di partenariato pubblico-privato e rappresenta uno strumento per realizzare insieme iniziative promozionali cofinanziate ottimizzando, così, l’impiego delle risorse e la scelta delle azioni.
L’agricoltura biologica del nostro Paese ha un ruolo leader in Europa per numero di operatori - 50.275, di cui 45.224 produttori, 4.841 preparatori e 211 importatori esclusivi – ed è al quinto posto al mondo in termini assoluti di superfici (spazio) dopo Australia, Cina, Argentina e Stati Uniti.
Sacjola ha sottolineato che tale accordo, data l’importanza del settore biologico in Italia, può rinvigorire le esportazioni dell’agroalimentare che si pongono in funzione anticiclica. Lo scorso gennaio, anche grazie al biologico - che ha esportato il 4% del fatturato - l’export del settore è aumentato dell’1,1%.
Le aziende coinvolte nel progetto sono dislocate nell’intera penisola: nel sud troviamo il 42% dei produttori, mentre nel triangolo tra Lombardia, Emilia Romagna e Veneto è collocato l’80% delle imprese di trasformazione ed esportazione.
I principali settori produttivi del bio sono: foraggi e cereali, prati e pascoli – 70% di superficie totale – le coltivazioni arboree – olio, ortaggi, vite, agrumi e frutta – e le colture industriali.
Il Ministero sottoscrive, infine, che tale accordo è una forma di partenariato pubblico-privato e rappresenta uno strumento per realizzare insieme iniziative promozionali cofinanziate ottimizzando, così, l’impiego delle risorse e la scelta delle azioni.
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