L’emendamento alla Finanziaria recentemente approvato in Commissione Ambiente prevede l’introduzione, a partire dal 1° gennaio 2010, dei sacchetti biodegradabili in sostituzione delle tradizionali buste di plastica.

“E’ una misura semplice ed efficace che aiuta a raggiungere molti obiettivi virtuosi – ha spiegato Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente -. Difende la bellezza del nostro Paese. Riduce il problema dell’abbandono dei rifiuti. Dà un contributo al raggiungimento degli obiettivi previsti dal protocollo di Kyoto evitando l’emissione di 400 mila tonnellate di anidride carbonica. Aiuta a migliorare la bilancia commerciale perché elimina l’equivalente di 200 mila tonnellate di gasolio”.

La materia prima della bioplastica sarà prodotta da bioraffinerie legate al territorio e la Coldiretti creerà una nuova filiera per produrre il mais, che verrà trasformato a breve distanza dai campi abbattendo così i costi di produzione.

Anche dal punto di vista economico l’impresa appare in attivo. Nell’immediato un sacchetto biodegradabile costa circa 8 centesimi al kg, contro i 5 centesimi di una shopper tradizionale. Ma al momento la produzione viaggia su quantità minime: arrivando a una dimensione di scala nazionale i prezzi si abbasserebbero sensibilmente.

Nel calcolo dei vantaggi vanno inseriti anche gli effetti sul turismo, sull’agricoltura e sulla fauna prodotti dall’inquinamento massiccio dei sacchetti di plastica.