Cambiamenti in vista per gli alimenti gluten-free

Cambiamenti in vista per gli alimenti gluten-free
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Dal 2012 entreranno in vigore nuove regole su composizione ed etichettatura degli alimenti idonei alle persone intolleranti al glutine.
Lo ha stabilito la Commissione europea approvando la proposta di regolamento, a seguito della recente revisione dello standard Codex Alimentarius, un insieme di regole e linee guida sui prodotti alimentari riconosciute a livello internazionale.
Il nuovo regolamento europeo definisce “senza glutine” i soli alimenti con un contenuto di glutine inferiore ai 20 ppm (parti per milione) e introduce la definizione “very low gluten” per quelli compresi tra 21 e 100 ppm, riconosciuti idonei ai celiaci.
Importanti novità anche sul fronte delle materie prime consentite. Finora in Italia, oltre il limite dei 20 ppm, i prodotti dietetici dovevano rispettare anche il divieto di utilizzo di materie prime contenenti all’origine glutine. La nuova normativa sancisce, invece, che possono essere definiti “senza glutine” anche gli alimenti ottenuti con l’impiego di materie prime derivanti da cereali vietati, come l’amido di frumento per il pane, purché garantiscano un contenuto in glutine inferiore ai 20 ppm nel prodotto finito.
Il regolamento sancisce infine la possibilità di utilizzare negli alimenti gluten free avena pura, ossia non contaminata da orzo, frumento o altri cereali tossici. Il legislatore europeo si è quindi allineato sulla posizione di non ritenere l’avena nociva per la maggioranza dei celiaci, purché non contaminata.
Lo ha stabilito la Commissione europea approvando la proposta di regolamento, a seguito della recente revisione dello standard Codex Alimentarius, un insieme di regole e linee guida sui prodotti alimentari riconosciute a livello internazionale.
Il nuovo regolamento europeo definisce “senza glutine” i soli alimenti con un contenuto di glutine inferiore ai 20 ppm (parti per milione) e introduce la definizione “very low gluten” per quelli compresi tra 21 e 100 ppm, riconosciuti idonei ai celiaci.
Importanti novità anche sul fronte delle materie prime consentite. Finora in Italia, oltre il limite dei 20 ppm, i prodotti dietetici dovevano rispettare anche il divieto di utilizzo di materie prime contenenti all’origine glutine. La nuova normativa sancisce, invece, che possono essere definiti “senza glutine” anche gli alimenti ottenuti con l’impiego di materie prime derivanti da cereali vietati, come l’amido di frumento per il pane, purché garantiscano un contenuto in glutine inferiore ai 20 ppm nel prodotto finito.
Il regolamento sancisce infine la possibilità di utilizzare negli alimenti gluten free avena pura, ossia non contaminata da orzo, frumento o altri cereali tossici. Il legislatore europeo si è quindi allineato sulla posizione di non ritenere l’avena nociva per la maggioranza dei celiaci, purché non contaminata.
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