Aranciate senza arance: dopo il sì del Senato, lo stop di Zaia

Aranciate senza arance: dopo il sì del Senato, lo stop di Zaia
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Con l’approvazione della legge Comunitaria, che recepisce nel nostro ordinamento le direttive di Bruxelles, potevano essere ammesse alla vendita in Italia bibite dal colore e dall’aroma di arancia ma del tutto prive del succo.
L’articolo 21 contempla infatti la possibilità di commercializzare bibite che non contengono il succo d’agrume il cui limite minimo, secondo la legge italiana del 1961, è stabilito al 12%. E contrariamente agli anni passati il Senato ha espresso parere favorevole all’abrogazione della norma “salva vitamina C”.
Ma in difesa della percentuale minima di agrumi e vitamine nelle bibite si sono immediatamente schierate associazioni di categoria e di consumatori, che hanno ottenuto l’impegno dei ministri Andrea Ronchi e Luca Zaia a fermare l’arrivo in Italia delle bibite all’arancia senza arancia.
Gli uffici del Ministero hanno fatto pervenire alla presidenza del Consiglio la richiesta di abrogazione in modo che, nel passaggio alla Camera, il Governo intervenga proponendo cancellazione dell’emendamento 21. La questione interessa non solo il consumatore ma anche un settore strategico per il comparto ortofrutticolo nazionale come l’agrumicoltura.
L’articolo 21 contempla infatti la possibilità di commercializzare bibite che non contengono il succo d’agrume il cui limite minimo, secondo la legge italiana del 1961, è stabilito al 12%. E contrariamente agli anni passati il Senato ha espresso parere favorevole all’abrogazione della norma “salva vitamina C”.
Ma in difesa della percentuale minima di agrumi e vitamine nelle bibite si sono immediatamente schierate associazioni di categoria e di consumatori, che hanno ottenuto l’impegno dei ministri Andrea Ronchi e Luca Zaia a fermare l’arrivo in Italia delle bibite all’arancia senza arancia.
Gli uffici del Ministero hanno fatto pervenire alla presidenza del Consiglio la richiesta di abrogazione in modo che, nel passaggio alla Camera, il Governo intervenga proponendo cancellazione dell’emendamento 21. La questione interessa non solo il consumatore ma anche un settore strategico per il comparto ortofrutticolo nazionale come l’agrumicoltura.
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