di Emanuele Scarci

Una vendemmia scarsa e il boom delle materie prime darà un colpo di acceleratore ai prezzi di vini e spumanti nella distribuzione moderna. Il trend dei prezzi si è delineato chiaramente già nella prima metà del 2021, tanto da risultare il vero traino delle vendite delle società. In dettaglio, nel primo semestre del 2021 i prezzi, rilevati da Iri, sono schizzati nella distribuzione moderna di circa il 7% a fronte di un fatturato di 1,45 miliardi di euro, +13% sul 2020 e +23% sul 2019. Nel semestre i volumi complessivi sono aumentati di un più modesto 4,2%, approfittando delle residue restrizioni di bar ristoranti.

Spacchettando i dati generali di Iri, emerge che a trainare le vendite a valore nel primo semestre 2021 sono stati gli spumanti che erano stati penalizzati durante il lockdown: +40% sul 2020. Il vino è cresciuto “solo” del 7% a 1,13 miliardi, con i rossi che si sono fermati sotto il 4%, forse per i robusti ritocchi di listino.

Previsioni calde

Anche per la parte finale dell’anno le aspettative degli operatori sui prezzi indicano un ulteriore rialzo, sia a causa di una vendemmia che si preannuncia in calo in tutta Europa (-9% in Italia per l’Osservatorio di Unione italiana vini) sia per le tensioni crescenti sui prezzi internazionali delle materie prime: imballaggi, vetro, prodotti agricoli di base e trasporti.

Con la vendemmia per lo più in corso si segnalano già aumenti generalizzati dei prezzi tra il 20 e il 30% per uve, mosti e vini sfusi.