di Emanuele Scarci

Macché ripresa. Nel 2021 la pandemia penalizzerà ancora i consumi fuori casa e spingerà quelli domestici, con un saldo negativo.

Dopo l’allentamento delle restrizioni del governo a partire dal 26 aprile, le stime di TradeLab, per conto di Federvini, indicano un calo delle vendite di vino del 37% e degli spiriti (grappe, whisky, gin, rum, Vodka, acquavite, cognac) del 41% rispetto al già problematico 2020. Più precisamente, si tratta di sell-in, cioè le forniture dal produttore al distributore.

Meglio l’estate

Sulle previsioni di TradeLab pesano le riaperture dei soli locali pubblici (ristoranti, bar, pub) che dispongano di spazi all’esterno e le variabili stagionali. In dettaglio, nei mesi estivi (luglio-settembre) si prevede un risultato allineato o superiore a quello dello scorso anno e un progressivo ritorno dei turisti stranieri. Mentre nell'ultimo trimestre dell'anno si ipotizza un miglioramento del settore spirits con l'assenza di restrizioni al consumo anche serale (visto il buon andamento della campagna vaccinale) pur restando ancora il divieto di apertura per le discoteche.


La mappa per Regioni

Spacchettando il dato per Regioni, le variazioni sono notevoli. Il Trentino Alto Adige è quella che soffrirebbe di più, -46,8% per il vino e -51% per la categoria degli spiriti. All’opposto la Puglia sarebbe la meno penalizzata: -19,1% per il vino e -25,4% per gli spiriti. In mezzo, l’Emila Romagna con, rispettivamente, -37,8% e -42,6%.