Checkpoint Systems: linee guida per l’analisi delle differenze inventariali
Checkpoint Systems: linee guida per l’analisi delle differenze inventariali
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È stato recentemente pubblicato lo studio “Misurare e analizzare le differenze inventariali: linee guida per il settore retail e Gdo”, realizzato da Crime&tech, spin-off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Transcrime, grazie al supporto di Checkpoint Systems, partner globale e fornitore di soluzioni verticalmente integrate per il retail.
La ricerca ha investigato il tema delle differenze inventariali nel settore retail e Gdo suggerendo delle strategie per garantire un effettivo miglioramento nel processo di gestione delle perdite e quindi ottenere una maggiore efficienza aziendale adottando un approccio sistematico al problema.
Lo studio si pone come obiettivo l’identificazione di buone pratiche che possano aiutare le aziende a impostare o migliorare il proprio sistema di rilevazione e analisi delle differenze inventariali evidenziando l’esigenza di un approccio metodologico ben definito e sistematico. Ciò è stato possibile attraverso la raccolta di varie esperienze nazionali e internazionali e una serie di interviste individuali a più di 30 professionisti in rappresentanza delle principali aziende del settore retail e Gdo in Italia, coprendo diversi settori merceologici e formati di punto vendita, per un totale di più di 13.500 negozi dislocati in tutta la Penisola.
In particolare, la ricerca ha evidenziato l’esistenza di quattro principali fasi da seguire per garantire la gestione efficace del fenomeno delle differenze inventariali che consistono in: mappare le cause di queste differenze, raccogliere e analizzare i dati, investigare e stimare il fenomeno e adottare le corrette contromisure.
Inoltre, è stata evidenziata l’importanza di mappare i processi e le potenziali cause di perdita per orientare la raccolta di informazioni e aumentare la consapevolezza dei rischi connessi a tutti i processi in cui i prodotti vengono movimentati e gestiti. La raccolta di dati affidabili da fonti interne o esterne all’azienda è imprescindibile per comprendere il problema e intervenire efficacemente. I dati sono ritenuti affidabili se dotati di cinque caratteristiche fondamentali: accuratezza, ossia corrispondenza alla realtà effettiva; credibilità, quindi provenienza da fonti certe; attualità, quindi rappresentazione di una situazione vicina a quella attuale; coerenza, ossia assenza di contraddizioni rispetto ad altre informazioni; e completezza, ossia presenza di tutti gli attributi necessari per l’analisi.
È poi fondamentale utilizzare un approccio investigativo per sistematizzare e potenziare le informazioni raccolte, andando ad integrare l’inventario, la fonte primaria di informazioni, con altri dati di origine interna ed esterna, al fine di meglio comprendere dove si generano le perdite. In questo modo, vi è la possibilità di ridurre l’impatto della componente sconosciuta (ossia quella quota di ammanchi per la quale non è possibile stabilire con certezza le cause), andando a identificarne eventuali cause e riducendo al minimo la percentuale di questa componente fisiologica.
Risulta centrale, in relazione alla componente conosciuta delle differenze inventariali, effettuare un’analisi capace di quantificare le perdite associabili ad ogni causa potenziale e di individuare i punti vendita o processi più vulnerabili al fine di identificare le soluzioni più adatte a combattere sia le cause di natura criminale (con un incremento della security) sia le cause di natura operativa (attraverso l’analisi e il miglioramento dei processi).
Dunque, vi è la possibilità di ottenere una riduzione significativa delle perdite solo attraverso l’applicazione di questo approccio sistematico e analitico, scegliendo contromisure adeguate alla natura dei prodotti, ma anche in relazione alle specificità di ogni azienda come la conformazione dei punti vendita, i benefici e limiti strutturali alle soluzioni adottate, la complessità della supply chain, le modalità di vendita e la formazione del personale. In conclusione, lo studio ha evidenziato l’importanza di adottare una strategia evidence-based rispettando le tre condizioni fondamentali di disponibilità dei dati, conoscenza dei metodi di analisi e coinvolgimento di tutti gli attori in modo da costruire un percorso adatto alle specificità del proprio settore, ma che consideri anche delle linee guida comuni basate su standard condivisi.
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