Negli Stati Uniti alcune insegne della grande distribuzione hanno adottato il sistema Prism (Pioneering research for an in-store metric), in grado di controllare quanto i clienti sono attratti dalla merce esposta sugli scaffali dei punti vendita.

Una spia elettronica segue la traiettoria dell’occhio umano, raccoglie i dati, li immagazzina in un database e confronta i movimenti con gli acquisti effettivi. Il risultato scaturisce da una divisione: numero di sguardi fratto numero di acquisti uguale valore della collocazione degli scaffali e incidenza delle promozioni.

La tecnologia serve a trovare delle innovative strategie di disposizione dei prodotti all’interno dei punti vendita per attirare l’attenzione di nuovi target.

Wal-Mart ha inaugurato la sperimentazione di Prism, scatenando una serie di discussioni. “La funzione del sistema - ha affermato Stephen Quinn, vicepresidente del settore marketing del colosso statunitense – è migliorare la disposizione dei prodotti in negozio”. Manca quindi l’intento di identificazione dei clienti dei punti vendita. Anche Albertsons, Kroger e Walgreens hanno aderito all’esperimento, consapevoli che i risultati si indirizzeranno verso inedite strategie di disposizione della merce.