I venti di tregua fra Usa e Cina sospingono al rialzo il dollaro
I venti di tregua fra Usa e Cina sospingono al rialzo il dollaro
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I mercati hanno trovato una certa stabilità proprio sull'onda della notizia d'un possibile indebolimento dei venti di guerra fra Cina e Usa
Per chi fa trading il momento è conveniente per puntare sui CFD
La possibilità che i contrasti commerciali fra Usa e Cina si smorzino regala al dollaro un momento estremamente positivo.
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La notizia che Usa e Cina potrebbero sedersi attorno ad un tavolo, per cercare di dirimere la difficile situazione creatasi dopo l'imposizione dei dazi commerciali, ha permesso al dollaro di fare un consistente balzo in avanti sui mercati, un rialzo che per il sovrano delle valute non si vedeva da lungo tempo.
Erano addirittura sei mesi che i mercati non registrano una nota così positiva per la valuta americana.
I mercati hanno trovato una certa stabilità proprio sull'onda della notizia d'un possibile indebolimento dei venti di guerra fra Cina e Usa.
Tra l'altro è un dato di fatto che la crescita economica della Cina non sarà la prima conseguenza diretta delle esportazioni, ma sarà spinta dalla domanda interna.
Sul forex, la moneta americana ha messo a segno un'ottima ripresa, regalando agli investitori asset più tranquilli.
Ed è proprio in questi momenti, che per approfittare dei movimenti rialzisti e ribassisti, vale la pena puntare sui CFD, o Contratti per differenza, uno strumento di trading decisamente conveniente.
Sale l'indice del dollaro scende quello dello yen giapponese
Nella seconda settimana di luglio l'indice del dollaro è salito a 94,78, mentre è sceso a sorpresa lo yen giapponese, che di norma in fasi come queste vediamo salire con determinazione.
Il cambio USD/JPY ha potuto contare su un profitto che è andato oltre l’1,30%, collocandosi intorno ai 112,42, ovvero al massimo livello dal 10 gennaio ad oggi.
La notizia d'un possibile calo delle tensioni fra Usa e Cina ha giocato un po' a sfavore delle valute che il mercato considera un rifugio tangibile, senza però procurare veri e propri tracolli.
Le valute rifugio infatti, nonostante la nota positiva del dollaro, hanno retto piuttosto bene
"Le valute considerate rifugi sicuri hanno resistito piuttosto bene all’improvviso miglioramento della propensione al rischio – ha spiegato l'analista Arnaud Masset -. Lo Swissie è sceso solo dello 0,10%, con l’USD/CHF che ha testato il massimo risalente al 15 maggio, pari a 1,0042, mentre lo yen giapponese ha ceduto lo 0,20% e l’USD/JPY è salito a 112,78".
Il mercato ha punito lo yen: non sono ancora chiari i motivi
"Non è ancora chiaro perché il mercato abbia punito lo yen, pur sulla scia del deterioramento della propensione al rischio – ha proseguito Masset -. L’aumento della domanda di protezione al rialzo nell’USD/JPY indica però che gli investitori temono un ulteriore indebolimento dello yen".
L'analista si sofferma a valutare il rapporto sull’inflazione di giugno negli USA, ma ci permette di riflettere su un argomento spinoso come quello dei dazi commerciali.
"La pubblicazione del rapporto sull’inflazione di giugno negli USA ha dato solo una spinta limitata al biglietto verde, perché gli investitori temono i potenziali effetti negativi sull’inflazione di una guerra commerciale. L’introduzione di dazi sarebbe una doppia maledizione, perché eserciterebbe pressioni rialziste sull’inflazione nel medio-lungo termine, producendo invece effetti negativi sulla crescita, cosa che potrebbe spingere la Fed ad alzare i tassi in modo meno aggressivo – se non addirittura a fare una pausa nel corso di restringimento".
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