di Emanuele Scarci

Marca privata della Gdo e dei discount verso una convergenza almeno statistica? A sentire Giorgio Santambrogio, amministratore delegato di VéGé, è possibile. Il discount sta cambiando pelle, gli ultimi format si avvicinano in maniera impressionante a quello del super: ci sono anche i banchi serviti, i prodotti premium, più decoro e rispetto del cliente. Da notare che a Federdistribuzione aderiscono le insegne Lidl, Penny Market e In’s. Insieme realizzano vendite per almeno 8 miliardi. Che sommati a quelli di Eurospin e MD superano i 17 miliardi. Quindi superiori agli 11,7 miliardi delle catene commerciali riportati nel report di Ambrosetti per Marca.

Dottor Santambrogio, il rapporto Marca 2022 si è concentrato solo sulla Mdd della Gdo. I tempi cambiano e anche il discount ha interessi imprenditoriali comuni alle altre aziende.

Sino ad ora, la scelta è stata corretta. Adesso però che il discount sta divenendo, ahimè, sempre più supermercato di un supermercato, in futuro dovremo probabilmente considerare i prodotti unbranded del discount come Mdd. Un tempo si riteneva che la marca del discount fosse una cosa diversa dalla Mdd di una catena commerciale, oggi sempre meno. Certo di un prodotto con il brand Coop o Conad si ha una percezione e per la marca Rossi o Verdi di Eurospin e MD se ne ha un’altra, ma il futuro è quella di una tendenziale convergenza.

Quando affronterete il tema?

Credo già l’anno prossimo. Ma vediamo. Tra una decina di giorni dovrebbero uscire i dati Gnlc di NielsenIQ e non vorrei scoprire che il discount ha raggiunto la soglia del 24% di quota di mercato.

C’è però aria di saturazione del mercato anche per il discount?

Assolutamente sì: non sono più le crescite lanciate di un tempo, ma è comunque una crescita più matura. Ora molte insegne, tra cui alcune di VéGé, stanno lanciando format di convenienza, rimanendo nell’alveo del dettaglio da supermercato. In futuro, però, anche la semantica di riferimento, dovrà evolversi.

A quanto ammontano le vendite di Mdd di VéGé?

La somma di tutte le Mdd del gruppo, tra brand di Sede e brand dei soci, si avvicina a 480 milioni di euro.

480 milioni su circa 12 miliardi di fatturato di VéGé è il 4%. Si può fare di più?

Certamente si può fare di più, sebbene il multi touch points che caratterizza da sempre Gruppo VéGé, non facilità economie di scale nell’acquisto e nella comunicazione. La Mdd deve essere strumentale ad un incremento della marginalità di categoria, ad una minore dipendenza dall’industria di marca e al rafforzamento di una equity di brand/insegna. Ma ricordiamoci che la Mdd è appunto strumentale, non è un fine. Se un’impresa lavora meglio con le marche e riesce a raggiungere egualmente gli obiettivi di cui sopra… chapeau!! In ogni caso, come sede, con il nuovo progetto trasversale “Ohi Vita”, ci rinforzeremo notevolmente anche nelle aree del benessere: bio, free from, rich-in e funzionale.