di Luca Salomone

Sul fatto che il turismo e le vacanze siano in ripresa non ci sono dubbi: ma si può parlare di una vera esplosione?

Prima il Covid e poi l'inflazione

Le previsioni di Demokopica, rilasciate alla fine di maggio e da prendersi dunque, oggi, con un certo beneficio di inventario, parlano, per l’estate 2023, di 68 milioni di turisti e di quasi 267 milioni di pernottamenti, con un effetto positivo sulla spesa, che dovrebbe movimentare, a fine stagione, circa 46 miliardi di euro, in crescita del 5,4% sul 2022.

Anzi l’istituto ha pronosticato, con le debite cautele, la possibilità di un superamento dei livelli 2019 e dunque la definitiva messa in soffitta dell’effetto Covid, che ha quasi azzerato il settore nel 2020 e arrecato forti perdite nel 2021.

Meglio nel 2022. A suo tempo l’Istat, nel bilancio dei primi 9 mesi, ha fotografato 174 milioni di presenze di clienti italiani e 164 milioni di stranieri, con un calo di 39 milioni negli esercizi ricettivi, e un ritorno allo status 2019 per l’extra alberghiero: affitti brevi, seconde case, condivisione delle abitazioni fuori città con amici e parenti.

E ora? Ora la grande incognita è la crisi energetica, in compagnia dell’inflazione, che ne è la figlia diretta.

E l’inflazione, sebbene in calo, non è un 'prodotto' made in Italy, ma affligge numerosi Paesi e dunque rallenta i flussi internazionali.

Secondo Eurostat, a giugno 2023 la media del costo della vita, nel bacino continentale, era ancora, su base annua, del +5,5% (+6,1 a maggio), con un picco particolarmente accentuato per cibo, alcolici e tabacco (11,6 conto 12,5 del mese precedente) e dati pesanti specie in alcune aree, come la Germania.

Un lunga premessa, forse un po’ pedante, per dire che, se il turismo va bene... i motivi di tensione e freno non mancano, anche se poi sarà il mese di agosto a dire tutta la verità.

In molti rimarranno a casa

«Vorremmo usare toni entusiastici – commenta Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi –, ma siamo ben consapevoli di quanto alcuni aspetti siano da leggere con grande cautela. Innanzitutto, agosto è sempre stato il mese delle grandi partenze e, in questo senso, nulla di nuovo sotto il sole. Ciò che colpisce è però che il 41% degli italiani non farà vacanza e questo principalmente per motivi economici. Ma anche tra coloro che partiranno, un buon 45% cercherà di contenere le spese. Questo è il segnale chiaro di un disagio. Chi riuscirà a partire sembra essere rassegnato a dover fare economia: magari accorciando le ferie, o cercando di spendere meno su voci come alloggio, cibo e divertimento».

Ma come sarà, e come è, l’estate dei nostri connazionali? Alla domanda risponde, appunto, Federalberghi, grazie all’analisi realizzata, con il supporto di Acs marketing solutions, nel periodo compreso tra il 17 ed il 21 luglio 2023.

Sarà soprattutto marittima, afferma l’82,3% di quei 35 milioni che quest’anno si metteranno in viaggio. Agosto resterà il mese più gettonato, ma si fa sempre più frequente la scelta del fine settimana di relax, o della vacanza ‘mordi e fuggi'.

E se le ferie sono vissute come ben meritate, irrinunciabili – dopo un anno di lavoro e sacrifici – esse saranno anche un periodo da vivere con accortezza.

«Probabilmente anche il maggior anticipo riservato alle prenotazioni va letto in questa luce. Quest’anno, infatti – continua Bocca - ci risulta che il 15% dei viaggiatori abbia prenotato la vacanza con due mesi di anticipo. Dopo i disagi del Covid, ci eravamo disabituati a programmare la villeggiatura per tempo. Ora invece c’è un ritorno all’antico, anche nell’ottica di un maggiore risparmio».

Destinazione Italia

Sebbene le mete estere vengano prese in considerazione maggiore, rispetto agli ultimi due anni, l’Italia continua a essere la destinazione prediletta dagli italiani (89,6% di preferenze), constata ancora il presidente di Federalberghi: «Sicilia, Puglia, Campania e Sardegna risultano essere, in sequenza, le vere località prese d’assalto dai nostri concittadini. Ma non vi è regione d’Italia che non riscuota il suo successo. Paradossalmente, nell’era del post Covid, quello di scegliere l’Italia è percepito come un valore aggiunto, che va mantenuto e coltivato, soprattutto nella prospettiva di guardare al turismo come a un continuum e non soltanto come a un fenomeno legato all’alta stagione».

Va anche detto che agosto, per quanto importantissimo, non è sinonimo di estate. Infatti, sempre secondo Federalberghi, il 58,8% della popolazione, tra maggiorenni e minorenni, si è concesso qualche giorno di stacco nel mese di giugno e ha manifestato interesse (al momento della rilevazione) verso luglio, soprattutto, e poi per settembre.

Durata: la maggioranza dei vacanzieri (56,3%) passerà da 4 a 7 notti fuori casa. A fare soggiorni un po’ più lunghi saranno, invece, il 25,8 per cento. Infine, coloro che si potranno permettere un week end o poco più saranno il 17,9 per cento.

La spesa media complessiva (viaggio, vitto, alloggio e divertimenti), stimata per tutto il periodo estivo, si attesterà sui 972 euro a persona, con un giro d’affari totale di 33,8 miliardi di euro.

L'alimentare al primo posto

La vacanza principale costerà 884 euro, a chi rimane in Italia, e 1.394 a chi va all’estero. Questo risultato sarebbe potuto essere ancora maggiore, se non fosse stato per l’aumento dei prezzi che continua a segnare l’economia. Infatti, proprio a causa dell’inflazione, un terzo dei vacanzieri (32,8%) ha deciso di ridurre le proprie pretese e il 13,6% è stato indotto a comprimere la durata del viaggio.

Il pronostico di spesa per le vacanze, una volta suddiviso in tutte le componenti della filiera turistica, evidenzia che il 29,1% del budget, per la gioia del settore alimentare e ristorativo, sarà destinato ai pasti (colazioni, pranzi e cene), il 28,2% al pernottamento, il 21% ai costi di viaggio, il 9,2% allo shopping e il 12,5% a tutto il resto (divertimenti, escursioni e gite).

Ultimi, ma non meno importanti, i dati della prima parte del 2023. Secondo l’Istat, nel periodo gennaio-maggio 2023, si è osservato un calo del 5,7% dei pernottamenti rispetto al corrispondente periodo del 2019 (-6,6% per gli italiani e -4,9% per gli stranieri). Incrociando il dato con le risultanze dell’osservatorio Federalberghi, relative a giugno, si può stimare che il primo semestre 2023 abbia accusato una flessione di circa 2,9 punti.