E’ notizia di qualche giorno fa: Nestlé ha ufficializzato la vendita del settore lievitati, cedendo i marchi Motta e Alemagna. A rilevarli è stata Bauli, big nei dolci da forno e leader nel mercato del pandoro con una share del 38%. Formalmente, la multinazionale svizzera si “libererà” del ramo aziendale destinato alla gestione del business lievitati da ricorrenza e cioccolato a marchio Motta e Alemagna a partire dal 1° luglio, vendendola alla costituenda Motta srl che sarà in seguito rilevata al cento per cento dalla Bauli.


Per l’azienda veronese
si tratta di un'acquisizione di tutto rispetto, anzi, diciamola tutta: di un vero e proprio “colpaccio”. I marchi in questione, infatti, non solo detengono complessivamente la seconda quota del mercato dolci da ricorrenza in Italia (Motta, tuttavia, è leader nel segmento panettoni), rafforzando quindi in modo significativo la posizione di Bauli nel mercato di riferimento. Ma sono marchi assai famosi, rappresentando una pezzo di storia dell’Italia.

Raggiunti il massimo prestigio e gloria commerciale negli anni Sessanta, furono nel 1975 assorbite dal settore pubblico e in capo alla Sme fuse nella Unidal, azienda che fu ceduta nel '93 alla Nestlé. Il motivo per cui ora, dopo sedici anni di controllo, la multinazionale elvetica abbia deciso di mettere in vendita questi due gioiellini dell’industria da forno italiana, pare sia legata a un cambiamento di strategia. I vertici del quartiere generale di Vevey, infatti, intendono puntare sulle attività più propriamente collegate ai concetti di nutrition, health e wellness che costituiscono le linee guida del proprio riposizionamento sul mercato alimentare.

Probabilmente questa acquisizione non farà scattare l’intervento dell’Autorithy della Concorrenza per posizione dominante da parte di Bauli nel mercato dei lievitati da ricorrenza, anche se la cosa non dispiacerebbe a qualche concorrente. Di sicuro, ci sarà da sciogliere il nodo sindacati, scattati immediatamente sul piede di guerra e con i quali Nestlé, ancor prima di Bauli dovrà fare i conti. La cessione dei marchi Motta e Alemagna all'azienda scaligera, infatti, si è tradotto anche nella cessione dello stabilimento di San Martino Buon Albergo, con i suoi 281 dipendenti (che salgono a 800 durante il picco di lavorazione stagionale) e dove oltre a panettoni e colombe Motta e Alemagna si producono anche bevande solubili con il marchio Nestlé (Nescafè e Orzoro), settore che però risulta del tutto nuovo per Bauli.