Si avvicina l’appuntamento con il rientro a scuola, previsto generalmente per il 12 settembre, e si prospettano tutte le spese che i genitori dovranno sostenere. Libri, astucci, diari, quaderni e blocchi da disegno… la lista degli articoli necessari sembra non finire mai. In più, come ogni anno, i prezzi salgono.

Dal monitoraggio annuale di Onf-Osservatorio nazionale Federconsumatori i costi del ‘back to school’ registrano un rincaro, che, questa volta, si attesta sullo 0,8 per cento.

“Nella classifica delle variazioni al rialzo – scrive la Federazione - il primo posto va agli astucci e diari, legati ai beniamini dei cartoni animati. Complessivamente la spesa per il corredo (più i ricambi) ammonta a 526 euro”.

Particolarmente gravosi, come al solito, risultano i libri. Nonostante sia stata rilevata un’ulteriore flessione, che si aggiunge a quella dello scorso anno, il conto rimane salato: nel 2018 mediamente per i testi, più 2 dizionari, si sborseranno 456,90 euro per ogni allievo, con un -1,1% sul 2017(calcolo effettuato prendendo in considerazione le diverse classi delle medie inferiori, licei e istituti tecnici).

“Sono importi proibitivi per molte famiglie e da questi dati appare evidente la necessità di potenziare le agevolazioni di acquisto verso i meno abbienti. Le conseguenze della povertà e del disagio sociale non devono compromettere in alcun modo il diritto allo studio. Per questo è fondamentale predisporre sostegni mirati, per tutelare i ragazzi e garantire loro un futuro”, sottolinea Emilio Viafora, presidente di Federconsumatori.

In tale quadro, precisa ancora la Federazione, è opportuno che il Ministero dell’Istruzione provveda ad avviare controlli rigidi sui tetti di spesa previsti per i libri, per evitare che vengano superati, e che intraprenda interventi mirati a incentivare l’editoria elettronica. “Auspichiamo, inoltre, che siano correttamente pubblicati online gli aggiornamenti per le nuove edizioni (in modo che chi ne acquista una vecchia possa comunque utilizzarla) e che vengano ampliati i prestiti da parte di scuole e biblioteche comunali”.

Qual è lo stato d’animo degli italiani alla vigilia della prima campanella? Alla domanda risponde una ricerca condotta da Human Highway per Amazon.it su un campione rappresentativo della popolazione di età superiore ai 18 anni che si connette a Internet almeno una volta alla settimana

L’83% del campione concorda sul fatto che sia indispensabile spendere il meno possibile. Questo concetto accomuna tutte le famiglie e tutte le tipologie di studenti (dalla scuola primaria a quella secondaria di II grado) e raggiunge picchi del 90% fra i genitori dei ragazzini di medie ed elementari. Infatti, al crescere del grado scolastico, i desideri dei figli rappresentano una preoccupazione minore (70%) rispetto ad aspetti più pratici, come quello di non riuscire a trovare la versione corretta dei libri (73%) e acquistare i materiali giusti richiesti dagli insegnanti (73%).

Tuttavia, ottenere i libri nella versione giusta è un problema annoso anche per chi è alle prese con la scuola media (78%) e per chi deve affrontare per la prima volta le superiori (73%).

Altro pensiero molesto, per il 68% dei soggetti, è di ricevere tutto l’occorrente prima dell’apertura degli istituti. Si aggiunge il fastidio verso le lunghe code in cartoleria (65%).

Quali saranno i prodotti più acquistati per il nuovo anno? Sicuramente quaderni (67%), libri (60%) e astucci – comprensivi di penne e matite - (43%).

Andando oltre i materiali davvero indispensabili svettano le scarpe nuove, che saranno comprate dal 38% degli intervistati, superando gli zaini (37%). Seguono poi i prodotti di abbigliamento che battono, addirittura, dizionari (20%) e calcolatrici (14%).

Oltre all’investimento nei libri di testo, l’inizio del nuovo anno scolastico prevede che le voci di spesa maggiormente gravose siano quelle sostenute per gli zaini (17% per chi andrà alle elementari) e per i vestiti (15%), seguiti dagli oneri per i trasporti pubblici (5%, soprattutto per i ragazzi della scuola secondaria di II grado) e dalle tasse di iscrizione (4%).

Analizzando le scelte di spesa in base al grado scolastico si scopre che l’acquisto dell’astuccio perde di importanza nell’approdo alle superiori (2° prodotto che verrà maggiormente acquistato per gli studenti della scuola primaria, ma 5° per quelli della scuola secondaria di II grado), mentre cresce l’importanza dei libri e delle scarpe.
I prodotti di elettronica – calcolatrice a parte - restano in fondo alla lista, segno di un’adozione ancora limitata in ambito scolastico.

Dove avverranno gli acquisti? Considerando tutti i prodotti, e gli annessi e connessi non richiesti dalla scuola, il 58% degli intervistati prevede di effettuare le proprie spese in un negozio fisico. Un dizionario su tre (32%) e uno zaino e un libro su quattro (27% e 26%) verranno però comprati su Internet.

Nell’abbigliamento il negozio fisico avrà ancora un ruolo molto rilevante, grazie alla possibilità di provare i vestiti: il 71% della spesa avverrà nel punto vendita, il 19% sul canale fisico e online e il 7% solo online.

Gli acquisti di elettronica saranno invece telematici per il 42% degli intervistati, e questo vale soprattutto per gli smartphone (58%) e gli e-reader (59%).

Il 20%, comunque, dichiara di volere mixare i due canali mentre il 35% di rivolgerà al solo negozio fisico per poter vedere di persona e toccare con mano i prodotti, nonché vivere l’esperienza di shopping insieme ai figli.