di Luca Salomone

È un’Italia in "stand by" quella fotografata dall’edizione invernale del Rapporto Coop, aggiornamento previsivo condotto sulla base di due indagini realizzate in dicembre: la prima, “Wish list”, in collaborazione con Nomisma su 1.000 individui, rappresentativi della popolazione fra 18 e 65 anni, e la seconda, “Multiple future 2024”, rivolta alla comunità del sito italiani.coop e, nello specifico, a 700 opinion leader e addetti ai lavori.

Acquisti con buone intenzioni

I motivi dell’attendismo, o della prudenza, non sono difficili da capire e risiedono, nell’erosione del potere di acquisto e nel timore di nuovi, ulteriori, conflitti bellici.

La curva di ripiegamento dell’inflazione (+5,7 nel 2023 contro +8,1 nel 2022) e il blocco del rialzo dei tassi di interesse, annunciato sia dalla Bce, sia dalla Fed, non bastano, per ora, a rilanciare l’ottimismo.

Ma, nel carrello della spesa, vittima illustre della dinamica inflattiva, qualche buona notizia c’è, per quanto fragile. In un certo senso anche contradditoria: le previsioni dei manager della filiera alimentare ipotizzano, anche per il 2024, una nuova, piccola contrazione degli acquisti food in Gdo (-0,5% a volume) e, però, migliorano le intenzioni di spesa.

La percentuale di quanti intendono aumentare le quantità consumate (16%) supera quella di coloro che sono orientanti a una riduzione (11%), con una divaricazione di +5 punti (la forbice era in negativo di 1 punto nell’indagine condotta dall’Ufficio studi Coop ad agosto 2023).

Il cibo resta centrale, ma anche a tavola la sobrietà è di rigore. Quasi un terzo degli italiani (31%) afferma che dedicherà più tempo alla preparazione domestica del cibo (il modo più semplice per coniugare qualità e risparmio) e i principali driver di acquisto saranno, ancora una volta, il giusto rapporto qualità/prezzo (66%), la convenienza (50%) e la salute e benessere (41%).

Un risparmio.... salutare

Tra gli aggettivi scelti per definire il cibo del 2024 il più gettonato è ‘salutare’ (45%), seguito, tuttavia, da "poco costoso" (44%). Ben distaccati altri attributi: sostenibile (27%), semplice/autentico ed essenziale (26 e 25% rispettivamente).

Insomma, se la tavola del 2024 deve rimanere ‘healthy’, deve anche essere essenziale (27%), tradizionale, un po’ spartana, elementi non certo in conflitto. E, almeno nelle intenzioni, torna nel carrello l’ortofrutta che, in estate, sembrava al centro di grandi rinunce da parte dei nostri concittadini.

Nella top 5 dei prodotti, stimati in rialzo in corso d’anno, compaiono proprio la frutta e verdura, al primo posto, e poi il pesce (anch’esso una difficile rinuncia degli ultimi anni). Però i consumatori (salutisti e/o risparmiatori?) intenderebbero tagliare i dolci (li ‘toserà’ il 41% del campione), le carni rosse (34%), i salumi e affettati (37%) e i superalcolici (33%).

Sul fronte macroeconomico, se la recessione appare oramai scongiurata, le previsioni 2024 ci riportano in un’Italia dello "zero virgola".

Secondo i manager intervistati dall’Ufficio studi Coop, la crescita del Pil, stimata sullo 0,5% per i prossimi 12 mesi, ci rende più lenti dell’Europa, attorno all’uno per cento, reputa la Commissione Ue.

Mdd e discount ancora al top

L’83% dello stesso campione è parimenti convinto che, nella nostra Italia, le sacche di povertà e i fenomeni di vulnerabilità sociale ed economica aumenteranno ancora.

In presenza di un’inflazione alimentare ancora sostenuta (per i manager al 3% in media annua), i nostri conterranei sembrano essersi definitivamente convertiti alla Mdd che, anche nel 2024, promette di registrare ottime performance. L’82% dei dirigenti pronostica un aumento della quantità acquistata, mentre la sforbiciata dovrebbe interessare soprattutto le marche industriali, e non solo quelle minori e dei follower (in calo rispettivamente per il 51% e il 48%), ma anche i brand leader (il 36% dei soggetti immagina fenomeni di rinuncia all’acquisto).

Se il 2023 ha insegnato alle famiglie come risparmiare anche nel solito punto vendita, è altrettanto vero che la forte riduzione delle risorse disponibili ha obbligato molti, o moltissimi, a rivolgersi sempre più spesso al discount. Un trend che sembra confermarsi anche nel 2024 e che colloca questo formato in testa alla classifica dell’incremento delle vendite dei prossimi 12 mesi, sia nelle stime dei consumatori che in quelle dei manager.