È uno dei comparti più iconici del Made in Italy: parliamo dei salumi. Un settore che nel 2024 vive una fase di profonda trasformazione e apparenti contraddizioni. La produzione ha superato 1,1 milioni di tonnellate con una crescita dell'1,2%, mentre le esportazioni hanno raggiunto i 2.378 milioni di euro, segnando un +9,5% in valore. Numeri che certificano la forza del brand Italia sui mercati internazionali.
Ma il vero nodo strategico sta nel punto vendita. Nel 2024 la salumeria ha registrato -3,9%, tra i trend più bassi nel comparto fresco. Eppure parliamo di una categoria che strutturalmente pesa e con una penetrazione nelle famiglie vicina al 100%.
Per comprendere la rilevanza strategica del reparto salumi, dobbiamo guardare alle dinamiche complessive del largo consumo. Le famiglie italiane hanno aumentato le visite nei punti vendita di quasi il 5%, ma riducendo i prodotti nel carrello. In questo scenario, ogni categoria che genera frequenza e marginalità diventa cruciale.
Il banco salumi può essere un traino quindi per le visite ricorrenti, ma richiede un approccio strategico rinnovato: assortimento mirato, valorizzazione delle Dop e Igp, servizio al taglio competitivo. La sfida è trasformare un calo congiunturale in opportunità, cavalcando l'eccellenza riconosciuta all'estero per riconquistare il consumatore domestico.
Ne abbiamo parlato con Romolo De Camillis, retailer director NielsenIQ