Per la prima volta Amazon entra in sciopero a partire dall'Italia: l’agitazione, decisa già l’11 marzo da Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, vede coinvolti 40.000 lavoratori, di cui 9.000 addetti alla logistica interna, cioè tutta la filiera nazionale.

Le sigle sindacali e gli occupati si sono anche rivolti ai consumatori, affinché sospendano, per tutte le 24 ore di oggi, 22 marzo, gli acquisti sulla piattaforma della regina del commercio elettronico.

Alla base della protesta ci sono soprattutto le condizioni dei vettori, che, secondo quanto affermano i sindacati, arriverebbero a svolgere 44 ore di lavoro settimanali - 8 ore e 48 minuti facendo i conti su 5 giorni - spesso per un mese intero.

Ma c’è anche la crescita di fatturato del colosso americano – +44 per cento nel quarto trimestre e +38% nell’intero anno – che non si sarebbe riflessa in un’adeguata politica di incremento salariale. Anzi, secondo i lavoratori e i loro rappresentati, l’azienda avrebbe rifiutato ogni confronto.

A queste accuse Amazon ha replicato punto per punto, sottolineando che i salari d’ingresso, per i dipendenti a tempo pieno, sono fra i più alti del settore, raggiungendo 1.550 euro lordi al mese, più una serie di benefit, come gli sconti sul sito, l’assicurazione infortuni e, nel 2020, vari extra per il lavoro svolto durante la pandemia: due tranche di 500 euro, più 300 a dicembre.

Secondo Amazon, inoltre, i turni di lavoro non andrebbero mai oltre le 8 ore al giorno, comprensivi di una pausa retribuita di 35 minuti.

Infine, il gruppo, in una nota, ha respinto al mittente le accuse di non disponibilità a trattare: “Nei siti in cui sono presenti le rappresentanze sindacali – scrive Amazon - il dialogo è assiduo e regolare. In Amazon crediamo fortemente nel valore del confronto con i nostri dipendenti. Il loro coinvolgimento diretto è parte integrante della nostra cultura aziendale. Questo vale anche per i fornitori terzi di servizi di consegna che hanno un dialogo costante con i loro dipendenti e i sindacati attraverso Assoespressi, l’associazione di categoria che li rappresenta e che ha firmato numerosi accordi con i sindacati stessi”.