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Mascherine a 50 centesimi: la Gdo vuole par condicio

Mascherine a 50 centesimi: la Gdo vuole par condicio
Mascherine a 50 centesimi: la Gdo vuole par condicio

Mascherine a 50 centesimi: la Gdo vuole par condicio

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Fabio Massi

istribuzionemoderna.info/news/gruppo-crai-ritira-dalla-vendita-le-mascherine-chirurgiche" target="_blank">Alla protesta di Crai, che ha ritirato temporaneamente le mascherine dagli scaffali, visto che il Commissario Straordinario per l’emergenza Covid-19 ne ha imposto la vendita al consumo a un prezzo non superiore a 50 centesimi (al netto dell'Iva) - dunque inferiore al prezzo di costo - si è associata una larga parte della categoria.

Coop si è invece adeguata, passando da 80 a 60 centesimi al pezzo (l'imposta diretta non è stata ancora abolita).

In un comunicato congiunto Federdistribuzione e Ancd Conad hanno avanzato al Governo le proprie richieste. Al primo punto si domanda di applicare, alle aziende del commercio, lo stesso accordo che l’Esecutivo ha stipulato con le farmacie e quindi assicurando la copertura dei costi sostenuti oltre i 50 centesimi.

Il retail, si legge, vuole “potere accedere agli stessi fornitori con le medesime condizioni per le prossime forniture, così da poter mettere a disposizione dei clienti le mascherine chirurgiche al prezzo definito dall’ordinanza del Commissario Straordinario per la gestione dell’emergenza Covid 19”. Altrimenti le aziende della distribuzione moderna non saranno in grado di fornire questo prodotto ai clienti alle condizioni richieste.

Il commissario, Domenico Arcuri, afferma di avere emanato la propria ordinanza nell'esclusivo interesse dei cittadini: “Non ho mai pensato di dover fissare il prezzo massimo di acquisto delle mascherine. Penso che sia davvero importante comprendere e condividere questa differenza. I cittadini italiani che devono proteggersi dal virus hanno il diritto di pagare il prezzo giusto. Ma il mercato italiano ancora non è pronto e stiamo lavorando per strutturare una quota adeguata dell'offerta nazionale".

Il Commissario ha poi spiegato che "lo Stato, di fronte a questa contraddizione, deve fare tre cose semplici. La prima: produrre tutte le mascherine che può e distribuirle il più in fretta possibile; la seconda: acquistare tutte le mascherine che trova e di nuovo distribuirle in fretta; la terza: incentivare, con ogni mezzo, la produzione italiana. Noi abbiamo chiamato i titolari delle 106 imprese che sono state incentivate, attraverso il Decreto Cura Italia, e abbiamo spiegato loro che compreremo tutto quello che produrranno".

La Protezione civile, dal 4 maggio, intende distribuire 12 milioni di mascherine al giorno, tre volte l'attuale fornitura. Dal mese di giugno 18 milioni; dal mese di luglio 25 milioni e, quando le scuole cominceranno, a settembre, 30 milioni al giorno, 11 volte il numero di quelle distribuite all’inizio dell’emergenza.

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