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L'agroalimentare italiano vale 205 miliardi di euro

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L'agroalimentare italiano vale 205 miliardi di euro

L'agroalimentare italiano vale 205 miliardi di euro

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Fabio Massi

L’agroalimentare nazionale vale 205 miliardi e rappresenta il 12% del Pil, ma è soprattutto un elemento di traino per l’intera economia all’estero, dove rappresenta il vero simbolo del made in Italy.

È quanto è emerso all’incontro al primo Forum dell’agroalimentare italiano, organizzato da Filiera Italia e Coldiretti a Tuttofood alla presenza del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

L’evento è stato fra l’altro l’occasione per sottolineare l’importanza, a livello di internazionalizzazione, della partnership tra Filiera Italia e Fiere di Milano, che punta a sostenere il capoluogo lombardo come porta del cibo italiano verso il mondo.

Con 1,3 milioni di addetti, +33,3% in 5 anni, 41,8 miliardi di euro di esportazioni, con un incremento del 47,8% dal 2008, le imprese agricole nazionali e i principali marchi dell’industria alimentare nazionale, hanno presentano al presidente del Consiglio una realtà da primato e le aspettative che il settore ha per il futuro. Una realtà fotografata dal primo studio su “Il valore della filiera italiana del cibo” illustrato dal presidente del Censis, Giuseppe De Rita.

“Quello che con l’eredità di Expo è ormai sempre più riconosciuto a livello globale – ha detto Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia – è che la filiera italiana del cibo viene considerata il modello ideale per vincere la sfida alimentare del futuro. Un modello unico e distintivo il cui successo non può che poggiare su una strategia unica e condivisa di filiera. Fare filiera vuol dire avere commitment pluriennali e trasparenti fra industria e produzione agricola, vuol dire raccontare insieme, sui mercati mondiali, il vero storytelling delle nostre eccellenze, vuol dire fare insieme battaglie, senza se e senza ma, per la massima trasparenza in etichetta e dei processi produttivi, contrastare chiunque sfrutti l’Italian sounding (100 miliardi di euro, ndr.) per rubare valore e identità.

“In questo senso – ha concluso Scrodamaglia - oggi abbiamo chiesto al Presidente Conte di mettere la filiera del cibo al centro delle priorità politiche del Paese, di difenderla a livello internazionale da dazi e false imitazioni, di adottare politiche premianti, anche di carattere fiscale, per chi produce in Italia usando prodotti agricoli nazionali, di completare il percorso sulla trasparenza di origine in etichetta”.

Leggi anche: Il falso cibo made in Italy

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