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GS1 Italy | Indicod-Ecr: il non food rallenta la caduta

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GS1 Italy | Indicod-Ecr: il non food rallenta la caduta

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Redazione

Tredicesima edizione per l’Osservatorio Non Food di GS1 Italy | Indicod-Ecr, lo studio realizzato in collaborazione con TradeLab che dal 2002 monitora in modo sistematico il settore dei beni non alimentari.

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«L’edizione 2015 si è concentrata sui numeri ma anche sulle tendenze che sono emerse e si sono consolidate negli ultimi anni e che vedono il consumatore sempre più protagonista. Diventa fondamentale cogliere le opportunità offerte da un nuovo paradigma di relazione con il consumatore, dove fisico e digitale possono convivere idealmente in armonia nella stessa esperienza di acquisto», commenta Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy | Indicod-Ecr.

La fase di contrazione dell’economia italiana è proseguita anche nel 2014, anche se con intensità inferiore. Il Pil nazionale si è ridotto dello 0,4% in termini reali, diminuendo in modo significativo la caduta rilevata nel 2013, grazie soprattutto ai segnali di rafforzamento del ciclo economico.

Dopo la pesante contrazione mostrata durante la crisi del debito sovrano, i consumi complessivi delle famiglie nel 2014 sono nuovamente aumentati (+0,5%). I consumi non alimentari Istat registrano un incoraggiante +0,6% e arrivano a pesare sui consumi complessivi un 14,8% nel 2014 (16,5% nel 2010).

Il comparto non food monitorato dall’Osservatorio ha raggiunto nel 2014 un valore complessivo che supera i 98 miliardi euro, segnando una flessione dell’1,4% (nel 2013 era stata del 3,5%).

Alcuni panieri hanno finalmente registrato, dopo oltre due anni consecutivi di caduta, una ripresa nelle vendite: mobili e arredamento (+1,6%), giocattoli (+0,9%) e prodotti da automedicazione (+3,5%). Per la maggior parte dei restanti si legge, se non ancora un segnale positivo, una frenata nella caduta.

La flessione delle vendite ha avuto un impatto diverso sui canali: lo sviluppo di ipermercati e supermercati continua a trovare forti difficoltà. In generale i grandi specialisti vedono contrarsi ulteriormente la loro quota in settori storicamente difficili come bricolage ed elettronica di consumo mentre recuperano un po’ di spazio casalinghi, cartoleria e tessile.

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