Giochi Preziosi raddoppia in Spagna e acquista le bambole Muñecas Arias
Giochi Preziosi raddoppia in Spagna e acquista le bambole Muñecas Arias
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Ancora bambole spagnole per Enrico Preziosi, che acquista Muñecas Arias marchio creato più di 45 anni fa a Castalla (Alicante).
E questo dopo l'acquisizione del leader spagnolo Famosa da Sun partners capital avvenuta nel 2019.
Famosa aveva già portato in dote un ricco portafoglio di bambole e relativi accessori, con i marchi Pinypon, Nenuco, The Bellies, Nancy, Barriguitas, più il brand Feber (case, casette, scivoli, veicoli e altalene).
Muñecas Arias, che opera sul mercato da oltre 45 anni produce bambole, accessori e complementi fatti a mano di grande qualità e realismo. È stata la prima a sviluppare su larga scala la linea di prodotti dei neonati Reborns, bambole che simulano perfettamente la realtà e che vengono create utilizzando tecniche molto complesse e artigianali.
Fondata da Josè Antonio Arias, la nuova acquisita è relativamente piccola, circa 30 addetti e 8,3 milioni di fatturato ma, nel 2021, ha messo a segno una crescita del 23,4%, lavorando con distributori importanti, come El Corte Inglés e Amazon e vendendo le proprie bambole e accessori in una trentina di Paesi.
Gruppo Giochi Preziosi, multinazionale italiana con oltre 40 anni di storia è attualmente uno dei maggiori player europei nel settore del giocattolo tradizionale. Ha vendite dirette nei 6 maggiori Paesi europei e in Turchia, operazioni in Estremo Oriente e accordi di distribuzione in tutto il mondo.
Detiene inoltre accordi di franchising con circa 400 negozi di giocattoli in Italia, operanti con il proprio marchio Giocheria e negli ultimi due anni, nell'ambito di un progetto di sviluppo del business retail, ha aperto 5 negozi diretti in alcune delle principali città italiane con le insegne Giochi Preziosi e, appunto, Giocheria.
Il secondo anno della pandemia ha lasciato il segno sui conti del gruppo italiano: i ricavi netti 2021 sono slittati a 348,1 milioni da un consolidato 2020 di 444,3, mentre l’Ebitda si è più che dimezzato, da 36,3 a 14,7 milioni.
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