Da Unionfood e Confagricoltura nasce Mediterranea, associazione da 106 miliardi di euro
Da Unionfood e Confagricoltura nasce Mediterranea, associazione da 106 miliardi di euro
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di Luca Salomone
Nasce una nuova associazione dell’agroalimentare tricolore: parliamo di Mediterranea, frutto dell’alleanza tra Unione italiana food – 900 marchi e 530 aziende di 13 categorie merceologiche – e Confagricoltura, la più antica organizzazione del nostro mondo agricolo, la quale raccoglie il 45% della produzione del settore primario.
La base di Mediterranea esprime un valore di 106 miliardi di euro (56 per l’industria e 49,2 per la parte agricola), dovuto al lavoro di 650 mila persone impegnate nei due terzi delle agroimprese nazionali.
Presidente è Massimiliano Giansanti (che presiede Confagricoltura) e vicepresidente Paolo Barilla che, fra le altre cose, è, dall’estate scorsa, presidente di Unionfood.
Fra gli obiettivi di Mediterranea: rafforzare le filiere e la loro efficienza dal campo alla tavola, dare impulso alla sostenibilità e alla competitività sui mercati internazionali, rendere più efficienti la logistica e lo stoccaggio, valorizzare la dieta mediterranea, con attività divulgative su larga scala.
L’alleanza riporta in auge le attività del Consorzio per la Promozione della dieta mediterranea che, anni fa, realizzava, insieme a Ice, campagne di promozione e informazione al consumatore, valorizzando, all’estero, le eccellenze italiane.
Spiega Massimiliano Giansanti: «Con Mediterranea intendiamo strutturare le nostre filiere agroalimentari, in modo che esse diventino sempre più competitive sui mercati. Attraverso accordi e certificazioni di tracciabilità, Confagricoltura e Unionfood si impegnano a incrementare le produzioni e a sviluppare accordi con soggetti terzi per sostenere l’export. L’ambizione è di superare il valore record di 63 miliardi di euro raggiunto, nel 2022, dalle nostre esportazioni di settore».
Sottolinea Paolo Barilla: «L’obiettivo è aprirci, in prospettiva, ad altre associazioni, che vogliano contribuire a promuovere una cultura che valorizzi il più possibile l’apporto delle nostre produzioni all’italianità della dieta mediterranea e delle nostre filiere. Contiamo di iniziare presto a lavorare su due comparti molto significativi: pomodoro e frumento tenero».
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