di Luca Salomone

Anche a livello europeo si raffredda l’inflazione, per la terza volta consecutiva, in larga parte grazie alla politica monetaria della Bce, che ha imposto un freno, innalzando i tassi di interesse.

La previsione, per giugno, secondo le rilevazioni dell’Eurostat, è, per la zona euro, del 5,5 per cento annuale, contro il 6,1% di maggio.

Tuttavia, rimane a rischio, per esempio, la Germania, dove il dato sale dal 6,3 al 6,8 per cento.

Il solo Paese entro i parametri Ue è la Spagna, con un tasso dell’1,6 per cento, rispetto al 2,9 precedente e, addirittura, al 10% di giugno 2022.

Cattive notizie per alimentari, alcolici e tabacco che si dimostrano i più inflattivi, con l’11,7%, nonostante un miglioramento sul 12,5% di maggio.

Seguono, a molta distanza, i prodotti industriali non energetici (5,5%) e i servizi (5,4). L’energia va di nuovo in negativo, ossia in deflazione, con un -5,6 rispetto al -1,8 di due mesi fa.

Per l’Italia, l’indice generale Eurostat è un po’ più elevato di quello dell’Istat (+6,7 contro +6,4).

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