di Emanuele Scarci

Flop o successo oltre le attese? Per Federdistribuzione lo sciopero degli addetti al commercio proclamato dalle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro “ha registrato un’adesione contenuta, intorno al 7-8% dei lavoratori delle aziende associate. I disagi nei punti vendita sono molto limitati e non si registrano difficoltà per gli acquisti”. Per i sindacati di categoria, la media delle adesioni è stata del 70% con punte del 100%.

Confcommercio non comunica dati sula partecipazione e il vice presidente con delega al lavoro Donatella Prampolini Manzini dichiara che “lo sciopero è finalmente alle spalle e i numeri hanno dimostrato che non c’erano i presupposti per un’agitazione di questo genere. Dopo le feste siamo sicuri che ripartiremo tutti con l’obiettivo di poter traguardare al più presto il tanto atteso rinnovo contrattuale, consapevoli che le distanze che hanno caratterizzato il recente conflitto non sono poi così insormontabili”.

Dal suo canto, Federdistribuzione ribadisce che “nel corso del negoziato abbiamo mantenuto un atteggiamento sempre aperto al dialogo e attende di poter riprendere al più presto la trattativa con le rappresentanze sindacali, proseguendo il confronto con particolare attenzione all’individuazione di incrementi salariali sostenibili, che tengano conto sia delle difficoltà dei lavoratori, in anni di inflazione crescente, sia della tenuta economica delle imprese in una congiuntura che resta complessa”.

La divaricazione della strategia negoziale di Confcommercio/Confesercenti e Federdistribuzione è imposta anche dal diverso grado di sindacalizzazione delle imprese: le dimensioni di quelle aderenti a Confcommercio/Confesercenti nella stragrande maggioranza dei casi non arrivano a 15 addetti mentre nelle catene retail i dipendenti sono più numerosi e la sindacalizzazione più sviluppata.

La mobilitazione

Dal fronte sindacale comunicano che l’adesione alla giornata di sciopero e mobilitazione indetta dalle organizzazioni sindacali nazionali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs per il rinnovo dei contratti nazionali del terziario, distribuzione e servizi, della Gdo e del comparto turistico (riguarda 5milioni di addetti) ha registrato una media del 70% nei diversi settori del terziario, con punte del 100% in alcuni punti vendita della distribuzione commerciale, del turismo e ristorazione collettiva.

La mobilitazione è stata supportata da 3 manifestazioni interregionali a Roma, Milano e Napoli, e da due manifestazioni regionali a Cagliari e Palermo. Alle quali avrebbero partecipato più di 20mila persone.

Alla base della protesta nel macrosettore terziario, spiegano i sindacati, “l’indisponibilità delle associazioni datoriali di settore Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Ancc-Coop, Confcooperative-Consumo e Utenza e Agci-Agrital, a riconoscere incrementi retributivi in linea con l’andamento inflazionistico, così come peraltro previsto dagli accordi interconfederali sugli assetti contrattuali”.
Fallito anche il tentativo di conciliazione del 7 dicembre previsto dalla legge. Secondo i sindacati “le aziende hanno confermato le pregiudiziali poste alla base dei negoziati con Confcommercio e Confesercenti che, nonostante sbandierino pubblicamente di voler sottoscrivere un Ccnl innovativo, si ostinano a richiedere una drastica riduzione di una pluralità di istituti contrattuali quali la 14° mensilità, i permessi retribuiti e gli scatti di anzianità”.