Saldi estivi ai nastri di partenza

Saldi estivi ai nastri di partenza
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Finalmente svincolati dalla dipendenza nei confronti delle decisioni a volte troppo distoniche degli Enti locali partono su tutto il territorio nazionale i saldi estivi a data unificata. br />
Si comincia sabato 2 luglio e la maggior parte dei negozi proseguirà con l’apertura domenicale del 3 luglio, dunque con una kermesse iniziale destinata a durare per un paio di giorni, più alcune iniziative non-stop, come alcune “notti bianche” fra sabato e domenica.
Tuttavia la partenza non è esente da paure. Si ricorderà che i saldi post natalizi avevano molto deluso le aspettative dei commercianti. Ma ora i segnali sul mercato internazionale sono abbastanza confortanti, come quelli in arrivo dalla Francia dove le svendite di fine stagione, iniziate il 22 giugno, hanno dato spunti positivi.
Nella nostra Penisola i primi dati di Confcommercio pronosticano un totale di spesa, per vestiario e calzature, di 274 euro per famiglia, per un gran totale di 4,1 miliardi pari al 12% del giro di affari settoriale. L’ufficio studi della Confederazione è abbastanza prudente in fatto di preconsuntivi e non si aspetta fiammate eccezionali o sorprese particolari ma, se mai, una tenuta in rapporto al 2010.
Si comincia sabato 2 luglio e la maggior parte dei negozi proseguirà con l’apertura domenicale del 3 luglio, dunque con una kermesse iniziale destinata a durare per un paio di giorni, più alcune iniziative non-stop, come alcune “notti bianche” fra sabato e domenica.
Tuttavia la partenza non è esente da paure. Si ricorderà che i saldi post natalizi avevano molto deluso le aspettative dei commercianti. Ma ora i segnali sul mercato internazionale sono abbastanza confortanti, come quelli in arrivo dalla Francia dove le svendite di fine stagione, iniziate il 22 giugno, hanno dato spunti positivi.
Nella nostra Penisola i primi dati di Confcommercio pronosticano un totale di spesa, per vestiario e calzature, di 274 euro per famiglia, per un gran totale di 4,1 miliardi pari al 12% del giro di affari settoriale. L’ufficio studi della Confederazione è abbastanza prudente in fatto di preconsuntivi e non si aspetta fiammate eccezionali o sorprese particolari ma, se mai, una tenuta in rapporto al 2010.
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