Parmigiano Reggiano: export +5%, tengono i consumi interni, produzione e scorte in calo

Parmigiano Reggiano: export +5%, tengono i consumi interni, produzione e scorte in calo
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Calo della produzione dello 0,85% e delle giacenze del 4,3%, buona tenuta dei consumi interni, export ancora in forte crescita (+5%), quotazioni in lieve flessione su base annua e in netta ripresa negli ultimi cinque mesi: è segnato da questi valori il consuntivo 2013 del Parmigiano Reggiano, che nel corso dell’anno ha superato pressoché interamente anche le drammatiche conseguenze del terremoto del maggio 2012. br />
“Sul versante delle quotazioni – spiega il presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Alai – abbiamo vissuto un 2013 a due velocità. La media annua dei prezzi all’origine, che si è attestata a 8,74 euro/kg, con una flessione del 4,2% rispetto al 2012, nasce infatti da quotazioni che nei primi sette mesi si sono mantenute largamente al di sotto di quelle del 2012 (la media del periodo è stata pari a 8,60 Euro/kg), mentre da agosto si è via via consolidata una ripresa che nel mese di dicembre ha fatto segnare il migliore risultato dell’anno (9,05 euro/kg), ulteriormente confortato dalle quotazioni della Borsa comprensoriale (che ha sede a Parma), che in quest’avvio di 2014 hanno segnato punte massime di 9,40 euro/kg e con minimi mai al di sotto dei 9 euro/kg”.
Buone anche le prospettive future, grazie anche a giacenze in calo (-4,3% nel 2013), alla flessione produttiva (3.279.156 forme prodotte nel 2013 contro 3.307.221 del 2012), alle difficoltà di prodotti similari d’importazione che cozzano contro un elevato prezzo del latte a livello mondiale, al superamento delle difficoltà legate al terremoto 2012, alla forte crescita dell’export e alla buona tenuta dei consumi interni (-1% le vendite nella GDO, compensate dall’incremento delle vendite dirette dei caseifici).
“Sul versante delle quotazioni – spiega il presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Alai – abbiamo vissuto un 2013 a due velocità. La media annua dei prezzi all’origine, che si è attestata a 8,74 euro/kg, con una flessione del 4,2% rispetto al 2012, nasce infatti da quotazioni che nei primi sette mesi si sono mantenute largamente al di sotto di quelle del 2012 (la media del periodo è stata pari a 8,60 Euro/kg), mentre da agosto si è via via consolidata una ripresa che nel mese di dicembre ha fatto segnare il migliore risultato dell’anno (9,05 euro/kg), ulteriormente confortato dalle quotazioni della Borsa comprensoriale (che ha sede a Parma), che in quest’avvio di 2014 hanno segnato punte massime di 9,40 euro/kg e con minimi mai al di sotto dei 9 euro/kg”.
Buone anche le prospettive future, grazie anche a giacenze in calo (-4,3% nel 2013), alla flessione produttiva (3.279.156 forme prodotte nel 2013 contro 3.307.221 del 2012), alle difficoltà di prodotti similari d’importazione che cozzano contro un elevato prezzo del latte a livello mondiale, al superamento delle difficoltà legate al terremoto 2012, alla forte crescita dell’export e alla buona tenuta dei consumi interni (-1% le vendite nella GDO, compensate dall’incremento delle vendite dirette dei caseifici).
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