L’obiettivo è uno solo: mettere in sicurezza i redditi e dare stabilità ad un settore che oggi appare lanciatissimo (le quotazioni all’origine del Parmigiano-Reggiano sono attorno agli 11 euro/kg), ma che fino a 14 mesi fa arrancava in una delle più pesanti crisi della sua secolare storia, con quotazioni inferiori agli 8 euro/kg e costi di produzione insostenibili. Si è speso di più per produrre, in sostanza, e alla fine il calo del reddito è stato in questo modo ancor più alto del già rilevante calo del fatturato. Non a caso per il 2011 i piani prevedono un incremento limitato allo 0,8%. Con il perdurare della situazione attuale relativa alla produzione annua (+ 2,4%) e alle  esportazioni (+10,3% in quantità e +10,98% in valore), associato a vendite interne a -3,3% (ipotesi legata al perdurare della crisi economica), dal 2011 si interromperà il ciclo che ha visto in forte calo le scorte, che tre anni aumenteranno di oltre 120.000 quintali (circa il 22% rispetto a quelle di oggi), prefigurando chiaramente una situazione di elevato rischio.