L'export agroalimentare italiano galoppa in nord America
L'export agroalimentare italiano galoppa in nord America
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Con un valore superiore ai 130 Miliardi di euro, gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato al mondo per import di prodotti agroalimentari.
Al secondo posto figura l’Unione Europea (considerata ancora a 28 membri) con 112 Miliardi, mentre tra i restanti paesi più rilevanti risultano Cina (92 Miliardi di euro di import), Giappone (59 Miliardi) e Canada (32 Miliardi di euro).
Redditi medi pro-capite compresi tra i 42.000 e i 57.000 dollari annui – contro i 31.000 di quelli italiani – previsti ulteriormente in crescita di oltre il 14% nei prossimi cinque anni, fanno del Nord America uno dei mercati più importanti per le esportazioni agroalimentari, dove oggi la nostra quota misurata sull’import del paese è ancora marginale (3,4% negli Usa, 2,6% in Canada).
Eppure le potenzialità di crescita sono tante, alla luce del posizionamento e della reputazione di cui godono i nostri prodotti presso i consumatori di questi due paesi. E’ quanto emerge da uno studio di Nomisma e CRIF presentato oggi in occasione del Forum Agrifood Monitor, tenuto a Palazzo di Varignana e al quale hanno partecipato, tra gli altri, Gianpiero Calzolari (Granarolo), Paolo De Castro (Parlamento Europeo), Jan Scazighino (Ambasciata del Canada), Michele Scannavini (ICE Agenzia), Luigi Scordamaglia (Federalimentare), Paolo Tramelli (Consorzio Prosciutto di Parma).
I prodotti tipici del “Made in Italy” alimentare rappresentano la principale componente dell’export verso questi due paesi: vino, olio d’oliva, formaggi e pasta pesano per circa il 65% sulle esportazioni agroalimentari complessive e contribuiscono in primis ad una bilancia commerciale positiva che, considerata congiuntamente (Usa+ Canada) presenta un saldo di 3,2 Miliardi di euro.
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