Promuovere la raccolta degli oli vegetali esausti nelle strutture distributive operanti nel settore alimentare e sensibilizzare i cittadini alla corretta raccolta. Sono questi gli obiettivi del protocollo d’intesa firmato fra il CONOE, Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e grassi vegetali ed animali esausti, e Federdistribuzione, l’organizzazione che riunisce la maggioranza delle aziende della Distribuzione Moderna Organizzata.

Il protocollo, siglato a Ecomondo presso la piazza delle Utilities di Utilitalia, ha dato vita a un’operazione congiunta per avviare nelle strutture commerciali di Federdistribuzione la raccolta di oli e grassi vegetali e animali esausti prodotti nelle abitazioni domestiche. Compito del CONOE è di vigilare sulle fasi di gestione di questo rifiuto, in conformità con le disposizioni nazionali e sovranazionali.

L’accordo prevede inoltre la definizione di una campagna di educazione ambientale diretta a informare i cittadini e i produttori dei rischi causati dalla cattiva gestione e i vantaggi derivati dall’avvio a recupero di questo rifiuto. Il potenziale della raccolta domiciliare: 166mila tonnellate di oli vegetali esausti. Nel 2018 sono state prodotte 260mila tonnellate di oli vegetali esausti, 94mila dai settori professionali e 166mila da attività domestica. Finora solo un quarto degli scarti casalinghi arriva alle bioraffinerie. Tutto il resto viene disperso nell’ambiente oppure gettato nei lavandini. Recuperando la produzione domestica, che è il 64% del totale, si incrementerebbe un ciclo già virtuoso: nel corso del 2018 il CONOE ha raccolto 76mila tonnellate di oli esausti, derivanti principalmente da attività professionali, di cui il 90% viene già avviato a rigenerazione per la produzione di biodiesel, un combustibile vegetale non tossico che può essere utilizzato come carburante per autotrazione in sostituzione o miscelato con carburanti di origine fossile, riducendo il contributo di emissioni di CO2 nel settore dei trasporti. Il risparmio: 112 milioni di euro Se tutti gli oli vegetali esausti generati in Italia fossero recuperati come biodiesel, oltre ai benefici ambientali, si otterrebbe un risparmio sulle importazioni di petrolio (82 US/barile) pari a circa 112 milioni di euro.