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Concordato Ferrarini: dipendenti contro la procedura infinita. Bonterre: 82 milioni per il rilancio

Concordato Ferrarini: dipendenti contro la procedura infinita. Bonterre: 82 milioni per il rilancio
Concordato Ferrarini: dipendenti contro la procedura infinita. Bonterre: 82 milioni per il rilancio

Concordato Ferrarini: dipendenti contro la procedura infinita. Bonterre: 82 milioni per il rilancio

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Emanuele Scarci

di Emanuele Scarci

Botta e risposta fra lavoratori di Ferrarini e cordata Bonterre-Gsi-Hp-Opas sul tema caldo del concordato preventivo di Ferrarini spa avviato dal 2018.

Un gruppo di dipendenti del salumificio emiliano ha indetto per domani una manifestazione davanti alla Regione Emilia-Romagna: protesta per lo stato di incertezza creato, a loro dire, dalla cordata Bonterre-Gsi-Hp-Opas con i tentativi di inserirsi (peraltro legittimamente) nella procedura concorsuale.

In mattinata la cordata Bonterre ha risposto per le rime al gruppo di dipendenti, aggiornando anche il quadro degli investimenti: 82 milioni di euro, importanti sinergie con Gsi, un nuovo stabilimento, mantenimento occupazionale e il rilancio della controllata Vismara.

I fatti
Dopo vari colpi di scena, recentemente il tribunale di Reggio Emilia ha dichiarato inammissibile la proposta concordataria della cordata Bonterre e partner. Dalla quale peraltro sarebbero uscite Intesa Sanpaolo e Unicredit, creditori di una cinquantina di milioni di Ferrarini (su oltre 280 complessivi). Unicredit avrebbe ceduto il credito.
Pertanto, allo stato dei fatti, all’adunanza dei creditori del prossimo 20 ottobre ci sarebbe la sola offerta del gruppo Pini di Sondrio, scelta dalla famiglia Ferrarini. In realtà, la cordata Bonterre-Gsi-Hp-Opas avrebbe presentato un ricorso alla corte d’appello di Bologna contro la sentenza del tribunale di Reggio Emilia. Non ci sono certezze e anche nella comunicazione di oggi, Bonterre e i partner si astengono dal confermarlo, ma lasciano intendere che la battaglia continua.

La protesta
La manifestazione dei dipendenti di Ferrarini spa (fissata per martedì 20 settembre) non è veicolata dai sindacati ma dalla “maggioranza dei dipendenti” scrivono i promotori: resta quindi da valutare quanto realmente rappresentativa della volontà dei dipendenti e quanto spontanea.
I promotori della protesta scrivono “di azioni di disturbo “arrecati da società esterne. “Nonostante l’attuale difficile periodo con i gravi rincari dei costi, in primis di quelli energetici - dichiarano i manifestanti - la nostra azienda lavora a pieno ritmo, senza un giorno di Cig. Vogliamo manifestare in modo legale contro l’accanimento ingiustificato della cordata Gsi-Bonterre-Opas che da circa 4 anni, con continui ricorsi ed opposizioni, mette in difficoltà dipendenti e famiglie, facendo rimandare l’adunanza dei creditori che porterebbe all’omologa della proposta concordataria presentata da Ferrarini, creando quindi un clima di forte instabilità, e non ultimo proponendo un piano concordatario (depositato al Tribunale di Reggio Emilia e respinto perché privo dei requisiti di ammissibilità) che, tra l’altro, avrebbe messo a serio rischio i nostri posti di lavoro”.

Il piano Bonterre

Dal suo canto, nel comunicato Bonterre si smentisce che l’obiettivo sia di ritardare strumentalmente i tempi del concordato preventivo Ferrarini, in danno ai lavoratori e alle loro famiglie. E si lamenta della disinformazione diffusa ad arte.

“La proposta Ferrarini attualmente depositata e il relativo Piano industriale - recita il comunicato di Bonterre e partner - risalgono a oltre due anni fa (maggio 2020) e sono superati proprio da quegli eventi che vengono indicati come caratterizzanti l’attuale delicata congiuntura economica, primo fra tutti il preoccupante caro-energia. I partner industriali guidati da Bonterre, invece, incentrano il loro progetto industriale, concepito nell’aprile di quest’anno, sui seguenti punti chiave:

1. Investimento di 37 euro milioni in equity e 45 euro milioni di finanza.

2. Mantenimento dell'unità e autonomia della storica e prestigiosa azienda Ferrarini, con importanti sinergie rispetto a Bonterre/Gsi, valorizzazione del marchio Ferrarini e dei segmenti di mercato occupati (premium price).

3. Continuità occupazionale, sia per il personale operaio che per quello impiegatizio.

4. Rapida sostituzione dell’obsoleta sede di Rivaltella con una nuova sede a soli 5.9 km nel Comune di Reggio Emilia, via Due Canali (polo produttivo Gsi), in un nuovo stabilimento già autorizzato in data 18.1.21 (con relativa palazzina uffici per il personale impiegatizio). Full capacity garantita per il polo di stagionatura di Lesignano De’ Bagni (Parma).

5. Prospettive di rilancio per Vismara, una volta acquisita la controllante Ferrarini.

Poi la cordata di Bonterre e partner conclude con una stoccata: “Pur non accettando di essere oggetto di tanta disinformazione, i membri della cordata manifestano la loro permanente vicinanza ai lavoratori e la disponibilità ad offrire informazione e supporto, anche in contraddittorio con l’attuale proprietà, responsabile in prima persona e da tempo del dissesto delle aziende Ferrarini, a danno dei creditori, della continuità aziendale e, come sempre in ultima istanza, dei lavoratori, come attestato nei documenti concordatari e portato doverosamente alla attenzione delle autorità competenti”.


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