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Commercio al dettaglio: nel 2032 cresce l'ottimismo dei consumatori

Commercio al dettaglio: nel 2032 cresce l'ottimismo dei consumatori
Commercio al dettaglio: nel 2032 cresce l'ottimismo dei consumatori

Commercio al dettaglio: nel 2032 cresce l'ottimismo dei consumatori

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Redazione

Nonostante i timori iniziali il 2023 si è rivelato un anno di speranza nel settore del commercio al dettaglio.

Dai dati elaborati dal Consiglio nazionale dei centri commerciali (Cncc) rileviamo che i consumatori hanno dimostrato un buon ottimismo, evidenziato una crescita costante sia in termini di affluenza (+12,9%) che di fatturato rispetto allo scorso anno, mentre il divario rispetto all'anno pre-pandemico si è ridotto al 9,8%. I centri commerciali regionali stanno vivendo una ripresa significativa, dopo che nel 2022 non hanno potuto esprimere appieno il loro potenziale a causa della ridotta mobilità degli acquirenti residenti nelle aree di riferimento. Anche sul fronte dei fatturati la situazione è positiva: rispetto al 2019, infatti, sempre i dati nazionali del Cncc indicano un aumento del 1,1% (dato aggiornato a febbraio 2023) che tiene conto degli effetti dell'inflazione. Ed è un valore che non include i benefici derivanti dalle nuove aperture.

Il canale e-commerce, a dispetto della sua crescita, è stato approcciato dai centri commerciali come un'alternativa da contrastare e sfruttare per motivare i consumatori a visitare i negozi fisici.

L'analisi dei budget gestionali di 30 centri commerciali negli anni 2011-2016 e nel 2022 elaborata da Savills ha rivelato un dato incoraggiante per il settore: una riduzione costante dei costi totali, inclusi gli oneri comuni generali e le spese di marketing. Questi dati, ponderati in base ai metri quadri di superficie lorda affittabile dei centri commerciali analizzati, evidenziano una diminuzione del 9,1% negli ultimi 11 anni.

D’altra parte oggi l'industria immobiliare si sta affacciando su una fase di cambiamenti epocali, guidata dalla ricerca di maggiore efficienza e dalle mutevoli esigenze dei consumatori e dei tenants. È un’evoluzione inevitabile porterà alla ristrutturazione di numerose strutture, generando nuove opportunità nel settore. Un’evoluzione che prende in esame tre fattori chiave principali: l'Esg, i consumatori e le politiche di governance, che rappresentano i tre punti cardine per definire una direzione futura verso l'obiettivo di net zero emission.

Molti attori - investitori, sviluppatori, proprietari e tenants - stanno dedicando sempre più tempo all'agenda Esg e, in particolare, alla decarbonizzazione, ancora troppo spesso attraverso discussioni che risultano frammentate. L'economia sostenibile e l'ambiente non sono sfide separate, ma due facce della stessa medaglia, e nella lotta per ridurre il nostro impatto sul pianeta non sarà possibile separare le due.

In realtà, ci sono buone ragioni per credere che adottare una visione green porterà a una maggiore prosperità economica. Ciò potrebbe comportare costi, almeno nella fase iniziale, ma alla lunga genererà vantaggi finanziari ed ambientali.

Attualmente, in Italia ci sono circa una ventina di centri commerciali dismessi, il cui insuccesso è stato causato da un approccio poco coerente con il mercato di riferimento: posizione sbagliata, contesto competitivo saturo e bacini di utenza deboli sono le principali cause che hanno portato alla chiusura di queste strutture. Il tema attuale è quindi rivalutare le potenzialità di queste aree dismesse, anche considerando possibili utilizzi alternativi e misurando l'impatto socioeconomico che il loro riutilizzo può generare sulla comunità circostante.

Il 2023 sarà l'anno in cui i progetti di riconversione inizieranno a prendere forma, considerando i tempi necessari per lo sviluppo e l'interruzione causata dalla pandemia da Covid-19. Riconsiderare un immobile commerciale, assegnandogli una funzione diversa, è un processo complesso sia dal punto di vista urbanistico che operativo e le soluzioni possono essere diverse, ma i processi, spesso, simili. È necessaria una visione olistica per considerare le caratteristiche uniche e le dinamiche economiche del luogo, nonché le possibili evoluzioni future del contesto; è il momento di pensare in modo innovativo e coraggioso, di reinventare l'ecosistema del consumo, che spesso significa non limitarsi al solo concetto di retail.

In conclusione, l'economia circolare rappresenta uno dei principi emergenti più importanti nella progettazione immobiliare; gli edifici devono essere concepiti in modo flessibile e adattabile per consentire il riutilizzo e gli utilizzi alternativi, con metodi costruttivi che riducano le emissioni di carbonio e prolunghino la vita degli edifici, le iniziative sociali e ambientali sono ormai ampiamente diffuse nel settore del retail, e si riconosce sempre di più che non sono aspetti separati, ma diventano più potenti quando sviluppati in sinergia. Gli sforzi volti a creare immobili sostenibili non possono limitarsi solo alla progettazione e alla costruzione di nuovi edifici; è altrettanto importante considerare l'uso sostenibile a lungo termine del patrimonio esistente.

Solo adottando un approccio globale e oculato riusciremo a garantire un futuro sostenibile per il settore immobiliare e per l'intera comunità.


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