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Versilfungo: il porcino cresce... con l'intelligenza

Versilfungo: il porcino cresce... con l'intelligenza
Versilfungo: il porcino cresce... con l'intelligenza

Versilfungo: il porcino cresce... con l'intelligenza

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Maria Teresa Giannini

di Maria Teresa Giannini

Fondata nel 1986 a Camaiore, in provincia di Lucca, come impresa locale a gestione familiare, Versilfungo si occupa dell’approvvigionamento e della lavorazione di prodotti a nascita spontanea (come funghi e tartufi), ma anche di verdure e ortaggi.

Quella che per anni ha distribuito ai ristoratori della Versilia i funghi reperiti sulle alture di Garfagnana e Lunigiana, è un’azienda che, in poco tempo, ha avuto una rapida evoluzione, diventando già, a metà degli anni Novanta, importatrice da tutta Europa (prima da Francia e Spagna, poi soprattutto dall’Europa dell’Est) e leader del mercato nazionale dei funghi freschi.

Nell’agosto 2022 Versilfungo è passata da Srl a Spa e se, negli ultimi 4 anni a partire dal 2019, ha visto aumentare il proprio fatturato del 500%, è grazie a una sorta di “filosofia delle formichine” che ben ci descrive l’amministratore delegato, Diego Romanini, figlio del fondatore: quell’attitudine a “fare magazzino” e a lavorare di investimenti sull’innovazione in vista di possibili tempi difficili, come quelli che stiamo vivendo fra un clima impazzito, guerra e inflazione galoppante.

Cosa hanno significato per voi gli ultimi 2 anni e mezzo, segnati dal Covid-19 e dalle chiusure?

La pandemia ci è servita come palestra e per guardare a nuovi orizzonti, visto che eravamo stati fermi per più di un anno. Abbiamo implementato i laboratori alimentari, con un occhio di riguardo per la sicurezza alimentare, per esempio abbiamo migliorato le certificazioni alimentari che già vantavamo, ottenendo un “A++” negli standard Bsi e Ifs. Abbiamo investito in macchinari, implementandone in esclusiva di nuovi per la cernita, un processo che per i funghi – specie i porcini – è molto difficile, poiché essi variano molto di forma, colore, spessore, sono delicati e rischiano continuamente di ‘sfrangiarsi’. Siamo attenti anche alla sostenibilità e all’ambiente: raccomandiamo ai nostri fornitori la raccolta dei prodotti, solo quando sono al giusto livello di maturazione; cerchiamo di ottimizzare, mandando camion sempre pieni; offriamo infine un imballo per gelo con una percentuale bassissima in plastica, tale da permettere lo smaltimento interamente nella raccolta della carta.

Com’è cambiata l’azienda nel tempo, a livello di produzioni?

Siamo stati pionieri nel servire la Gdo con prodotto fresco, sia sfuso (cioè con casse di funghi appena raccolti) che in piccoli imballi retinati (le cosiddette confezioni retail). Fino al periodo pre-Covid facevamo prodotti trasformati, prevalentemente legati ai funghi. Dopo abbiamo riorganizzato l’azienda: abbiamo inserito molti prodotti nuovi, sia a base di funghi sia a base di tartufo; abbiamo visto anche una crescita considerevole dei frutti di bosco e abbiamo investito in trasformazione industriale di prodotti precotti pronti all’uso. Certo, il prodotto che forniamo è a nascita spontanea e questo ha comportato non poche notti insonni a causa del riscaldamento climatico.

Qual è la vostra quota di mercato e quali insegne fornite?

Siamo fornitori per Lidl, Eurospin, Penny market, serviamo anche MD, Selex, Ard discount, Maiora Despar, Conad Nord Ovest, Coop Toscana, Tirreno, Coop Lombardia, Alleanza 3.0 in Puglia e Coop anche in Campania. Per il 2023 abbiamo altri 4 accordi in itinere, ma sarebbe prematuro parlarne adesso. Nel 2022 l’azienda ha rappresentato il 70% delle quote di mercato di settore nella Gdo, per il 50% come private label e per il 20% grazie a prodotti con il nostro marchio Versilfood, che è proprio ciò su cui stiamo puntando.

Qual è il prodotto attualmente più richiesto?

Senz’altro il misto di funghi con porcino, a cui segue il porcino a cubetti. Molto richiesto anche il misto frutti di bosco.

Il riscaldamento climatico è un convitato di pietra se si tratta di prodotti della terra, soprattutto funghi e tartufi che hanno bisogno di umidità e acqua. Come affrontate questi inverni sempre meno piovosi?

Con la forza dello stock: negli ultimi anni abbiamo agito in controtendenza, acquistando prodotto anche quando non ci serviva, soprattutto in lockdown. Abbiamo sempre creduto di dover lavorare come le formiche, accumulando anche in modo un po’spregiudicato in vista di tempi più difficili. Gli avvenimenti recenti ci hanno dato ragione e gli investimenti fatti in questi ultimi 2-3 anni in macchinari ci hanno permesso di guadagnare molto in termini di efficienza e produttività. Il 2022, fino all’autunno si presumeva che si sarebbe chiuso ancor peggio del 2021, che è stato l’annus horribilis in tutto il mondo. Per fortuna dal 10 settembre in poi abbiamo recuperato “con gli interessi”, e la campagna si è rivelata generosa.

Ha detto che negli ultimi anni l’azienda ha diversificato la propria offerta: di cosa vi occupate, oltre a prodotti a nascita spontanea?

Il nostro segmento verdure è cresciuto, ma ha subito allo stesso modo gli sbalzi del clima. Ci occupiamo prevalentemente di carciofi, dei quali siamo importatori: li facciamo a spicchi, interi e a cuore; commercializziamo anche verdure grigliate, come melanzane e zucchine, ma sono prodotti di condimento, di servizio.

Quando si parla di approvvigionamento di materie prime e di materiali per il packaging è quasi d’obbligo nominare la crisi ucraina e l’impennata dell’inflazione…

Per quanto riguarda i costi della carta, erano cresciuti già prima, sul finire della pandemia. Le vicende dell’Ucraina invece hanno inciso molto su di noi, che facciamo anche prodotti a base di polenta, per via della carenza di mais e olio di semi, che a un certo punto erano diventati introvabili. In merito all’inflazione, cerchiamo di resistere e assorbire i costi più che possiamo, perché siamo consci del fatto che, più si aumentano i prezzi di listino, meno i consumatori acquistano.

Altre novità?

Per quanto riguarda i funghi, siamo sempre più orientati sul porcino e di recente abbiamo pensato la patatina al fungo porcino. Intendiamoci, non è il nostro articolo di punta, ma ci teniamo perché è frutto di un’idea corale, in cui il prodotto è effettivamente fatto di patate e non di polvere, ed è una cosa che nessun’altro concorrente può vantare. È stata lanciata in questi mesi, quindi, è ancora presto per risultati numerici, ma stiamo ricevendo i primi feedback positivi dai nostri clienti, che per ora sono Chef express e Rinascente. Novità di prodotto a parte, dal punto di vista commerciale il prossimo passo sarà lanciarci nell’export, oltre che la presenza ad altre fiere importanti, come Tuttofood a maggio. Abbiamo già partecipato a Marca Bologna, nel gennaio 2023, e a Cibus, in marzo. Le fiere hanno un grande valore per noi, e rappresentano un palcoscenico in cui siamo ansiosi di presentare la nostra rapida e sempre dinamica evoluzione di offerta.

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