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L'Italia vince nel mondo di Alibaba

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L'Italia vince nel mondo di Alibaba

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Redazione

Fondata in Cina nel 1999 da Jack Ma e da un gruppo di collaboratori, Alibaba è tra le principali compagnie tecnologiche planetarie, con un giro d’affari pari a 1 trilione di dollari registrato nell’anno fiscale 2020.

La multinazionale asiatica mette a disposizione l’infrastruttura tecnologica su cui basa un ecosistema di marketplace digitali che consente, a piccole e medie imprese, ma anche a brand notori, di offrire prodotti e servizi a un bacino, in Cina e ovunque, di oltre 900 milioni di consumatori attivi. La missione ultima di Alibaba, in un’ottica di globalizzazione, è di consentire a tutti di fare business in modo semplice, ovunque. Per delineare, per quanto possibile, i confini delle opportunità offerte abbiamo incontrato Luca Curtarelli, Head of business development di Alibaba.com, la piattaforma b2b leader nel mondo

Quanto è importante l’Italia nella ‘geografia’ di Alibaba?

Fondamentale e ovviamente, anche in Italia, il gruppo ha l’obiettivo, originario, di connettere aziende e marchi con le opportunità derivanti dall’espansione del mercato, cinese, asiatico e, soprattutto, mondiale. La nostra Penisola è stata però la prima nazione dell’Europa continentale in cui Alibaba ha aperto una controllata, Alibaba Italia, appunto, operativa dal 25 ottobre 2015. La scelta risiede nel fatto che qui si trovano prodotti riconosciuti tra i migliori al mondo. E infatti, fra le categorie a più alta crescita, troviamo tutte le nostre eccellenze: l’agroalimentare, insieme ad abbigliamento, arredamento, cosmesi e macchinari.

È attualissimo l’accordo con Cia. Parliamone…

In effetti è quasi la notizia del giorno, risalendo al 15 settembre. L’intesa tra Alibaba.com e Cia-Agricoltori Italiani ha lo scopo di promuovere l’export del made in Italy agroalimentare, aprendo alle aziende nuovi canali commerciali online e favorendo incontri sul web con i buyer di tutto il mondo. E con Cia, con i suoi 45 anni di esperienza, oltre 2.500 collaboratori e 23 sedi nella Penisola, siamo convinti che Alibaba.com possa sviluppare ottime sinergie, con il fine ultimo di sostenere la digitalizzazione e aiutare le aziende associate a Cia stessa a beneficiare al meglio delle opportunità offerte dal più grande marketplace B2B online al mondo, con più di 20 milioni di buyer.

Quali sono i termini dell’intesa?

L’accordo avrà la durata di un anno e con esso Cia e Alibaba.com si impegnano a collaborare - anche attraverso Adiacent, global service partner certificato da Alibaba.com per l’erogazione di servizi a valore aggiunto nella Comunità Europea – al fine di sostenere, promuovere e valorizzare aziende locali e prodotti agroalimentari di qualità tramite il portale web internazionale, collegando acquirenti e fornitori, produttori e grossisti, per condurre affari in modalità virtuale. Alibaba.com è la più grande fiera online planetaria e abbiamo unito le forze con Cia, primaria realtà dell’agroalimentare, per permettere al meglio delle produzioni locali di essere apprezzate in tutto il mondo. Anche perché, tra i punti chiave di questo patto, ci sono tanti servizi a supporto delle aziende sul marketplace: creazione di materiale pubblicitario e informativo, commercializzazione di prodotti e fornitori sulla vetrina ‘Padiglione Italia’ del portale, partecipazione a eventi e attività come roadshow, convegni, promozioni online tramite canali social o media, consulenza di marketing e comunicazione.

Il lockdown ha inciso sull’attività del vostro gruppo?

Nei mesi del lockdown e del post lockdown il numero di adesioni di Pmi italiane sulla piattaforma è cresciuto di oltre il 400 per cento. In sostanza, tantissime imprese hanno davvero scoperto la digitalizzazione. La nostra Penisola si è confermata dunque, come detto, una nazione chiave, in quanto i buyer di tutto il mondo, soprattutto americani ed europei, cercano, sempre più spesso, il made in Italy e i prodotti di alta qualità.

Altri fatti recenti?

Il 23 giugno di quest’anno si è svolto, in Italia, il nostro primo ‘Go Export’ Summit online. Le Pmi hanno potuto scoprire un partner con una serie particolarmente variegata di soluzioni chiare, flessibili, capaci di assicurare un ingresso ‘morbido’ anche a chi fa le prime prove nell’universo virtuale. Il pricing, molto ragionevole, abbatte le barriere all’ingresso e consente alle Pmi di non doversi caricare di un investimento significativo avendo, in cambio, accesso a una comunità amplissima. Il summit è stato anche l’occasione per presentare i molti accordi con partner certificati e attivi sul territorio, partner che vanno dai grandi istituti finanziari, come Unicredit, fino a realtà che prendono in carico la digitalizzazione, come Italiaonline, per non parlare di associazioni e consorzi per l’export, che possono agganciarsi al Padiglione Italia, continuamente aggiornato e migliorato. Le fiere digitali da noi proposte, come quella dell’arredamento e dei beni della persona, tenutasi a maggio, sono molto sofisticate tecnologicamente, ma semplici da utilizzare. Fra l’altro esse hanno consentito e consentono, mediante attività di live streaming, di effettuare veri lanci di prodotto, con riscontri talmente positivi da essere poi replicate mensilmente.

Approfondiamo il concetto di fiera digitale…

Alibaba.com è, abbiamo visto, una grande fiera commerciale, per giunta aperta senza alcuna interruzione. Il suo compito è di aiutare, anche attraverso una fitta rete di partner sul territorio, l’allestimento del proprio stand digitale, di replicare online il proprio catalogo e mostrarlo a una platea internazionale. A questo punto entrano in gioco una serie di plus per dinamizzare le relazioni d’affari. Alcune feature particolari sono, per esempio, il servizio di traduzione simultanea, applicato anche nella creazione del sito e un sistema di advertising legato a parole chiave, che si possono acquistare con un costo pay per clic, cioè a partire dal momento in cui il buyer arriva nello stand. Non imponiamo mai di concludere la transazione online. E infatti il ‘bottone’ che viene inserito sulle schede prodotto non è ‘compra ora’, ma “richiedi informazioni”, il che permette, volendo, di continuare la trattativa offline. L’azienda cliente potrà decidere tutto il perimetro - termini di pagamento, logistica, tempi di consegna e così via – in accordo con il compratore. Si potrà anche scegliere, senza oneri, di non concludere l’operazione.

Libertà e continue opportunità, insomma…

Assolutamente. E sul fronte delle opportunità voglio segnalare anche la funzione Rfq (Request for quotation), che è una sorta di grande bacheca dove quei buyer che non hanno ancora identificato una precisa fonte di acquisto, possono indicare il proprio bisogno di acquistare un prodotto in un determinato quantitativo. Le aziende leggono questi annunci, cercando di essere le prime a rispondere. In sostanza, lo ribadisco, non imponiamo modelli, né di pagamento, né di logistica, ma proponiamo sempre varie soluzioni, semplici da capire e da utilizzare, che si adattino alle esigenze e priorità di venditori e compratori e che garantiscano transazioni affidabili e sempre trasparenti.

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