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Il modello di business vincente di Om still

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Il modello di business vincente di Om still

Il modello di business vincente di Om still

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Redazione
Om Still, azienda specializzata nella progettazione e produzione di carrelli elevatori, macchine da magazzino, trattori e sistemi per la logistica integrata, in seguito alla fusione avvenuta nel 2011 può contare nel nostro Paese sulla più solida e capillare rete di vendita e assistenza presente sul territorio italiano, composta da 6 filiali, 52 concessionari, 700 tecnici di assistenza e oltre 130 funzionari commerciali.

Dottor Leri, partiamo da un quadro dell’azienda e da com’è cambiata a partire dalla fusione tra Om e Still...
Om Still nasce nel 2011 dalla fusione tra OM Carrelli Elevatori, storico marchio dell’industria italiana con quasi cent’anni di storia, e la tedesca STILL che, con oltre 7.000 dipendenti in tutto il mondo, è uno dei principali players internazionali in ambito logistico.
Om Still rappresenta dunque l’unione di due importanti aziende, attive da decenni nel nostro paese nella produzione e nella vendita di carrelli elevatori e macchine da magazzino. In Italia OM si è sempre contraddistinta per la capillare distribuzione territoriale, la solidità e la dimensione della sua rete distributiva, la capacità di posizionarsi in modo competitivo sul mercato e la continuità dell’organizzazione nel tempo. Still, invece, è un colosso tedesco nato nel 1920 e un marchio riconosciuto e apprezzato a livello internazionale grazie alla qualità e all’affidabilità del prodotto e alla vasta offerta nell’ambito dell’intralogistica.
Potremmo dire che si è unito, se vogliamo la qualità, il design proprie di un’azienda con la flessibilità, l’aggressività, la dinamicità dell’altra, con il risultato che oggi abbiamo una realtà in Italia che si contraddistingue per un portafoglio prodotti molto completo e competitivo. L’organizzazione in Italia è commerciale di tipo misto, ossia abbiamo sei filiali dirette nei mercati a più alta intensità di business, tipo alcune zone del nord e del centro Italia, mentre per coprire in maniera capillare tutta la penisola abbiamo più di 50 concessionari partner; questo ci consente, in effetti, di essere presenti in qualsiasi parte del territorio nazionale. Noi abbiamo uno stabilimento in Italia, per l’esattezza a Luzzara, in provincia di Reggio Emilia,che è il centro di competenza per la produzione di macchine da magazzino per tutto il gruppo e che è stato oggetto di ingenti investimenti sempre negli ultimi 2-3 anni. E’ stato implementato il sistema di montaggio, creato un nuovo impianto di verniciatura, sono stati fatti degli interventi anche importanti dal punto di vista della sostenibilità ambientale.

Quali sono i servizi che offrite alle aziende?
Noi non siamo solo un’azienda che produce carrelli, ma ovviamente siamo attivi anche nella distribuzione. Cosa vuol dire? La distribuzione non è solo vendita ma almeno la metà dei carrelli, dei nostri prodotti che vengono immessi sul mercato sono dati in locazione e quindi chi li prende non è il proprietario ma acquista un servizio.

In sostanza li date a noleggio praticamente?
Sì, li diamo a noleggio. Noleggio comprensivo delle attività di manutenzione. Naturalmente il cliente non deve, ed è questo il servizio importante oggi richiesto da gran parte del mercato, occuparsi di nulla, quindi dei controlli di legge, della manutenzione, della documentazione a corredo, anche perché siamo sempre noi i proprietari del carrello, quindi ci interessa mantenere questo prodotto a norma, perfettamente funzionante e sicuro. Questo è un servizio importante e sottolinerei che diamo a corredo dei nostri prodotti una piattaforma software che permette la gestione e il controllo di essi. Oggi sempre di più il carrello elevatore è visto come un bene necessario perché genera costi, viene rotto, mal utilizzato e con la piattaforma software che permette di controllare gli accessi (controllare gli accessi vuol dire controllare quanti e chi lo usa fra i miei operatori perché è un carrello che non ha più la chiave ma un codice, un badge di attivazione) e sapere quanto viene utilizzato. Se il carrello è fermo perché deve essere riparato il software consente al nostro cliente di segnalarcelo, permette il controllo di chi utilizza i carrelli, quindi sicurezza, riduzione dei danni e degli abusi e conseguentemente dei costi.

Il servizio di noleggio riguarda soltanto l’Italia o l’azienda lo mette a disposizione in tutta  Europa?

Il gruppo è capillarmente presente in tutta Europa e quindi questa attività viene fatta nel Continente. Ovviamente la nostra sede italiana si occupa del mercato italiano. Ma beneficiamo ovviamente di quelle economie di scala, perché appunto lo sviluppo dei prodotti è comune con gli altri paesi, citavo appunto questo software che non nasce solo per l’Italia ma per tutti i paesi europei.

Parliamo del 2012. Che anno è stato per il vostro settore?

Mah, diciamo che rispetto alle attese è stato un anno piatto, anche a confronto con il 2011, in termini numerici dei carrelli venduti sul mercato, non c’è stata una crescita. Questo è un dato di fatto, lo si vede in tutti i settori di industria. C’è da sottolineare che comunque noi siamo un po’ una spia indicatrice dei duri trend. Notiamo che sicuramente ci sono aziende in difficoltà, che chiudono ma altrettante che godono di buona salute e fanno investimenti ad esempio sull’ottimizzazione logistica dei propri prodotti. Oggi il mercato richiede prodotti più sofisticati, macchine automatiche per potere reggere la competizione a livello europeo. Le faccio un esempio. Noi oggi guardiamo molto alla Germania come Paese che ha delle aziende leader nel settore automotive ma non teniamo presente che tante realtà italiane sono fornitrici di queste imprese di successo. Quindi può darsi che ci si stia spostando verso un nuovo assetto. Oggi ci sono più aziende di piccole dimensioni perché sono più veloci, più flessibili rispetto magari a grandi gruppi che potrebbero avere problemi di gestione.

Rispetto al mercato europeo come è andata l’Italia?
Rispetto al mercato europeo in generale c’è stata una tendenza alla stagnazione ma non esclusivamente nel mercato italiano. Anche se sicuramente, lo sottolineo, il mercato europeo, per quanto riguarda la movimentazione delle merci, è a livello mondiale più risoluto di tutti. Se facciamo un paragone con il mercato cinese, che è un mercato nascente, molto grosso dove però si continuano a vendere tanti carrelli elevatori diesel, termici, che sono di fatto inquinanti, mentre in Europa si vendono macchine più specializzate. In Italia si vendono poche macchine termiche perché c’è una maggiore attenzione nei confronti dell’ambiente.

A livelli di sviluppo, che strategia avete intenzione di portare avanti, nel breve - medio periodo?
In primis il nostro è un marchio molto attento all’ambiente, oltre ai carrelli elettrici tradizionalmente utilizzati nei magazzini abbiamo infatti investito nel miglioramento della tecnologia ibrida applicata ai carrelli frontali, che associano il motore diesel a quello elettrico. Grazie a questi miglioramenti siamo riusciti a incrementare le prestazioni riducendo i consumi di carburante e le emissioni. La risposta del mercato è stata estremamente positiva, specialmente in Italia, dove i carrelli ibridi hanno immediatamente guadagnato importanti quote di mercato, superando le nostre più rosee aspettative.

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