La svolta di Conad: entra in Confcommercio per avere più rappresentanza. La competizione con Federdistribuzione.
La svolta di Conad: entra in Confcommercio per avere più rappresentanza. La competizione con Federdistribuzione.
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di Emanuele Scarci
Dopo l'adesione a Filiera Italia di Coldiretti, Conad sposa la causa di Confcommercio.
E il ceo Francesco Pugliese assume la carica di vicepresidente di Confcommercio con delega alla fiscalità e alla finanza d’impresa. L’intesa è stata raggiunta nell’ambito di un accordo quadro tra Ancd (struttura politico-sindacale aderente a Legacoop a cui sono associate le cooperative territoriali e il Consorzio Nazionale Conad) e Confcommercio, recita il comunicato congiunto.
«Il nostro ingresso segna la prosecuzione di un processo di progressiva semplificazione del sistema di rappresentanza nel nostro settore - ha commentato Pugliese -. Questo ci permette di essere meno frammentati e più uniti, di restituire maggiore forza alla rappresentanza». Per il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, l’ingresso di Conad «è importante perché è decisivo stare insieme e condividere scelte strategiche comuni. Inoltre si rafforza il perimetro della rappresentanza all’insegna del pluralismo ».
Conad rappresenta una rete di 3.305 punti di vendita, 65.772 addetti, 2.390 soci imprenditori associati in cooperativa.
La rappresentanza
L'adesione di Conad a Confcommercio giunge inattesa, anche se da Bologna è sempre stata data l’indicazione ai dettaglianti di applicare il Ccnl di Confcommercio. Ambienti vicini a Conad sottolineano ossessivamente il tema della maggiore rappresentanza. «Confcommercio ha un ascolto presso le istituzioni che Federdistribuzione cerca invano da anni. Sangalli ha una linea aperta con il Governo mentre a Federdistribuzione e industriali, che chiedevano un tavolo per i problemi generati dall’inflazione, non è stata data nemmeno una risposta». Per alcuni invece l’operazione risulta contraddittoria: il leader della Gdo non può snobbare Federdistribuzione per aderire a Confcommercio, da cui 10 anni fa la stessa Federdistribuzione uscì per l’impossibilità di Sangalli di rappresentare realtà molto diverse (distribuzione moderna e commercio tradizionale) e per le contraddizioni in materia di liberalizzazioni. Insomma, i distributori non hanno mai dato prova di compattezza, ma ora si sarebbe fatto di peggio. Peraltro, quando Pugliese auspica che «altri soggetti possano seguire la nostra scelta, rafforzando la rappresentanza della comunità di imprenditori» invita esplicitamente altri retailer, per esempio quelli della Do, a seguirlo in Confcommercio.
Strapotere Esselunga?
Secondo alcuni addetti ai lavori, Pugliese non gradirebbe in Federdistribuzione la presenza di Carrefour ed Esselunga, quest’ultima accusata di avere troppo peso sugli orientamenti associativi. Il resto lo avrebbe poi fatto il lancio dell’operazione “Il carovita sale? Noi abbassiamo i prezzi”. Altri osservatori invece assicurano che nel board di Federdistribuzione non c’è nessun strapotere di Esselunga: è ben bilanciata da Selex, VéGé e Finiper. Ma oramai la competizione tra Conad ed Esselunga è un dato oggettivo dopo l’insediamento dei dettaglianti sopra la linea del Po: Pugliese e il suo team hanno realizzato con successo l’integrazione e lo spezzatino di Auchan Italia, operazione a cui pochi credevano. Ma, in generale, nei suoi 17 anni in Conad, Pugliese ha dimostrato di sbagliare poco. Tanto che la Margherita è diventata leader.
Alla fine è anche possibile che il vicepresidente di Confcommercio, il 62enne Pugliese, possa sostituire, al termine del mandato, l’84enne Sangalli. A quel punto, osservano i detrattori, il cerchio di Conad si chiuderebbe con la massima visibilità dei dettaglianti e del suo leader. Visibilità a cui contribuisce anche un robusto budget pubblicitario che nel 2020 ha raggiunto 42,5 milioni.
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