di Emanuele Scarci

I 12 negozi a insegna Coop in Sicilia passeranno probabilmente al Gruppo Radenza che aderisce alla centrale Crai. Lo ha deciso il Cda di Coop Alleanza 3.0 lo scorso 25 giugno ufficializzando una lettera d’intenti.
Il vertice di Coop Alleanza 3.0 ha peraltro ribadito l’intenzione di rispettare l’obbligo, assunto con la sottoscrizione del protocollo del 23 luglio 2020, di un confronto con i sindacati prima dell’apertura della procedura di legge.

L’identikit

I negozi della rete siciliana di Coop sono ubicati nelle province di Palermo (2 iper + 4 format minori), Catania (3 iper + un supermercato), Messina (1 iper) e Ragusa (1 iper). Gli addetti sono circa mille. I bilanci degli ultimi anni di Coop Sicilia sono stati cronicamente in rosso.
Il fatturato attuale del Gruppo Radenza si attesterebbe vicino a 450 milioni di euro con 40 milioni di patrimonio netto. Gli occupati diretti sono circa 800 distribuiti in 45 pdv, prevalentemente in Sicilia orientale. Il Gruppo Radenza dichiara di detenere il 14,09% del mercato di riferimento in Sicilia.
Dai bilanci pregressi emerge che il gruppo New Fdm spa di Modica (a cui fa capo il network commerciale) ha una buona redditività: nel 2019 ha raggiunto il picco con 350 milioni di ricavi e 10,2 milioni di utile netto. Ceo del Gruppo Radenza è Danilo Radenza, lo stesso che nel 2019 acquisì 14 pdv Simply con 216 addetti.
Radenza sostiene di poter valorizzare il polo logistico di Catania per far fronte a una rete più ampia. Ai sindacati ha presentato “un progetto Coop Sicilia atto a raggiungere sin dal primo anno un generale equilibrio economico e stabilire un trend di crescita progressivo nel triennio a seguire”.

Tavolo aperto

Fisascat-Cisl ha richiamato gli elementi condivisi del protocollo siglato nel luglio 2020 e ha rinviato ai prossimi incontri l’approfondimento di merito. Il protocollo prevede che l’acquirente presenti affidabilità patrimoniale, piano industriale credibile, mantenimento dell’occupazione e sia l’unico detentore del marchio.
Per Uiltucs-Uil serve un piano industriale vero e un interlocutore credibile che si faccia carico dell’occupazione.



“La cessione della rete in Sicilia coinvolge oltre mille occupati. Serve un piano industriale vero e un interlocutore credibile che si faccia carico dell’occupazione”, commenta Paolo Andreani, segretario generale aggiunto della UILTuCS Nazionale.