Action prosegue il suo piano di sviluppo in Italia
Action prosegue il suo piano di sviluppo in Italia
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La catena di discount non food internazionale prosegue il suo percorso di espansione in Italia, mercato dal grande potenziale di crescita.
Dopo le due recenti inaugurazioni in Lombardia, Action punta a portare la propria offerta distintiva anche in altre regioni della Penisola. Ne abbiamo parlato con Monique Groeneveld, general manager di Action.
Quanti negozi avete oggi in Italia? Quanti pensate di aprirne nel futuro prossimo?
Siamo arrivati sul mercato italiano questa primavera con l’apertura di 5 negozi, nonostante le difficoltà causate dalle misure anti-Covid che ci hanno costretti a posticipare le aperture. Lo scorso 11 novembre abbiamo aperto un negozio a Cambiago (Mi), mentre il 18 novembre abbiamo inaugurato uno store a Voghera (Pv), portando così il network a 7 punti vendita in totale. Prima di inaugurare nuovi punti vendita nel 2022, come contiamo di fare, analizzeremo il funzionamento di quelli già presenti e il riscontro dei clienti italiani. Abbiamo già condotto ampie ricerche di mercato prima di approcciare il mercato italiano e porteremo avanti altri studi per poter stabilire come sviluppare un’ulteriore espansione della rete di vendita, soprattutto entrando in nuove regioni; si pensa, comunque, di aprire molti altri punti vendita nei prossimi anni.
Come influenza il Covid le vostre attività in Italia?
Se la situazione non peggiora, con un ritorno delle allerte da zone “arancioni” o “rosse”, fortemente penalizzanti per il settore retail, allora non avremo particolari problemi. Al momento, possiamo ritenerci soddisfatti della nostra esperienza in Italia: l’approccio è stato molto positivo e ci ha suggerito di continuare a crescere.
Action è un discount “insolito”: non siete facilmente paragonabili ad altri player presenti in Italia. Che cosa vi distingue nel settore retail dalle altre catene presenti?
Non sono sicura che il gruppo voglia necessariamente essere abbinato ad un particolare elemento distintivo. So, però, che da quando siamo nati, nel 1993, siamo rimasti fedeli al nostro modello di business. La formula è semplice: una catena di prodotti non alimentari capace di sorprendere i clienti con prezzi convenienti e un catalogo ricco e in continuo cambiamento. Disponiamo di 6.000 prodotti in 14 categorie diverse e offriamo un vasto assortimento all’interno di ogni punto vendita, mantenendo però differenze limitate nell’offerta dei nostri diversi negozi. Inoltre, cambiamo la gamma di referenze ogni settimana, poiché il 70% dei prodotti presenti in catalogo è variabile.
Potreste dirci di più sulle vostre politiche di pricing?
Come già detto, garantiamo sempre la convenienza dei prodotti. Inoltre, disponiamo di una “promozione della settimana”, in cui riduciamo ulteriormente il prezzo di una serie di referenze in diverse categorie.
Fino ad oggi vi siete concentrati in una parte del Nord Italia. Pensate di espandervi in altre regioni italiane?
Assolutamente sì: finora abbiamo aperto store solo in Piemonte e Lombardia, ma per il prossimo anno già prendiamo in considerazione Veneto, Emilia-Romagna, Liguria e Trentino. Puntiamo a coprire l’intero territorio del Nord Italia.
Eravate già presenti in otto paesi. Da quest’anno l’Italia è il vostro nono mercato in Europa. Quali obiettivi vi siete posti per il nostro Paese?
La parola d’ordine sarà espandere il network. Siamo già estremamente soddisfatti dei risultati avuti nei primi punti vendita, soprattutto per il feedback dei clienti italiani. Vediamo, perciò, un grande potenziale di crescita in Italia: il vostro Paese ha un bacino di consumatori vasto, comparabile a quello francese. In Francia abbiamo già circa 600 punti vendita e anche in Polonia stiamo crescendo. Per questo vorremmo espanderci anche in Italia nei prossimi anni.
Quali aspettative avete in termini di vendite per quest’anno?
Vengo dai Paesi Bassi, dove siamo culturalmente prudenti. Per ragioni di riservatezza non posso fare riferimento ai numeri che abbiamo nei documenti societari. Posso dire che, come prassi, ci muoviamo “step by step”, aspettando il riscontro dei clienti alle nostre scelte, piuttosto che avere un target prestabilito da raggiungere.
In tema di sviluppo e di marketing, quali sono le strategie che vorreste adottare in Italia?
Cerchiamo di attenerci ad una strategia semplice, concentrandoci solo su progetti che siano facilmente realizzabili. Siamo flessibili: possiamo infatti intraprendere qualsiasi progetto in qualunque nostra area geografica, fintanto che rientri nei nostri standard. L’espansione del gruppo può così avvenire in qualsiasi zona, se ricade nel raggio della nostra struttura logistica. È importante che i nuovi negozi siano vicini al centro distributivo, cosicché le merci arrivino puntuali.
Qual è attualmente il vostro sistema logistico? Pensate di aprire un centro distributivo anche in Italia?
L’organizzazione della filiera è essenziale quando si cresce velocemente. Al momento utilizziamo per l’Italia il magazzino a Belleville nei pressi di Lione, nel Sud della Francia. Prossimamente potremmo aprire un nuovo centro distributivo anche in Italia.
Che cosa sta facendo Action in termini di sostenibilità?
Crediamo che i prodotti ecologici possano essere accessibili a tutti. Vogliamo rifornirci e comercializzare articoli che siano sicuri, di buona qualità, a un prezzo basso e che siano fatti secondo i principi etici, minimizzando l'impatto diretto sull'ambiente. Prima di tutto portiamo avanti il nostro impegno per essere un “social employer”, ovvero un datore di lavoro attento nei confronti dei suoi dipendenti nei punti vendita.
Dal punto di vista ambientale, invece, abbiamo smesso di vendere prodotti usa e getta già a gennaio, in anticipo di un anno rispetto agli obblighi legislativi europei. Per la sostenibilità del sistema logistico, poi, abbiamo installato pannelli solari in diversi magazzini. Nello spostamento delle merci cerchiamo di utilizzare solo autobus a due piani, che ottimizzano gli spazi e riducono gli sprechi. Inoltre, nei punti vendita ricicliamo carta e cartone utilizzati, ci riforniamo solo di legni e carta di tipo Fsc (Forest Stewardship Council) di provenienza certificata e abbiamo eliminato le shopper di plastica in favore di quelle in tessuto. Nel nostro assortimento si trovano molti prodotti di origine naturale e alcuni vegani, per esempio nel reparto detergenza. L’impatto di tutte queste pratiche è rilevante, se considerate che disponiamo di quasi 2.000 negozi.
Dal punto di vista tecnologico, fate utilizzo di particolari dispositivi, o di sistemi digitali, sia all’interno della vostra azienda che nei confronti della clientela nei punti vendita?
Vogliamo senz’altro assistere i clienti con applicazioni digitali. Essendo ancora agli inizi in Italia, abbiamo definito un programma per l’adozione di sistemi digitali per il futuro. All’interno dei negozi facciamo già uso di strumenti tecnologici per semplificare il lavoro dei dipendenti. Per facilitare i clienti finali, invece, abbiamo introdotto le casse “self check-out” in un paio store e vedremo se estenderle al resto del network in base al feedback che otterremo.
Per quanto riguarda i sistemi di fidelizzazione della clientela, disponete di qualche iniziativa?
Stiamo portando avanti alcuni studi per i sistemi di loyalty, ma al momento non sappiamo ancora se introdurli nella nostra catena.
Nell’ambito delle private label, sui vostri scaffali disponete di prodotti a nome Action o di prodotti con vostri marchi, anche se con un nome diverso?
Sì, disponiamo di prodotti a marchio del distributore, anche se non hanno il brand Action. Uno di questi ha persino vinto il premio di prodotto dell’anno in Belgio. È, però, difficile dire in quale proporzione siano i prodotti a marchio sul totale dell’assortimento, dato che questo varia ogni settimana.
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