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Birra Castello: un fatturato spumeggiante

Birra Castello: un fatturato spumeggiante
Birra Castello: un fatturato spumeggiante

Birra Castello: un fatturato spumeggiante

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Redazione

Birra Castello S.

.A. ha chiuso il 2012 con una crescita a doppia cifra, confermando il trend positivo degli ultimi anni. È il player che cresce di più rispetto ai competitor, realizzando un + 20 % nel fatturato rispetto al 2011 con un risultato di 91 milioni di euro e un record produttivo con oltre 1 milione di ettolitri.

A livello strategico l’azienda ha come obiettivo primario la crescita dei marchi nel mercato nazionale, sia horeca che gdo, e guarda con interesse ai mercati esteri, in particolare Australia, Stati Uniti e Cina dove ha intrapreso rapporti commerciali con prospettive interessanti.
Birra Castello nasce nel 1997 a San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine, rilevando il complesso industriale produttivo appartenuto a un altro storico marchio friulano.

L’azienda ha un sistema di gestione per la qualità certificato dal 1999 secondo la norma UNI EN ISO 9002 e dal 2003 secondo la norma UNI EN ISO 9001:2000. Nel giugno 2008 ha ottenuto, prima e unica birreria in Italia, la certificazione secondo lo standard IFS (International Food Standard) versione 5.

Due anime convivono in armonia: quella più moderna e innovativa dello stabilimento di San Giorgio di Nogaro (UD) e quella più storica, dove si realizzano le specialità, della Fabbrica di Pedavena (BL), con una tradizione centenaria di cultura birraria e qualità. Una caratteristica che si riflette anche nelle scelte aziendali di sviluppo. A breve termineranno i lavori di potenziamento della linea produttiva dello stabilimento di San Giorgio di Nogaro, dove si è aggiunta una nuova linea per lattine e si sono installati nuovi fermentatori, mentre a Pedavena si stanno ultimando i lavori per la realizzazione del Museo della Fabbrica e per la ristrutturazione del percorso visita, che suscita interesse per la storia che si respira all’interno della Sala Cottura e delle cantine centenarie.

Sempre nel 2013 è stato siglato un accordo volontario con il Ministero dell’Ambiente per ridurre l’impronta di carbonio della realizzazione della bottiglia da 33 cl di Premium, ed è stato potenziato il trasporto su treno, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale.

L’attenzione al territorio e all’ambiente sono un punto di forza dell’azienda, che nel 2008 ha iniziato il primo progetto di filiera integrata locale per la realizzazione della Birra Dolomiti. “Con il progetto Birra Dolomiti possiamo seguire l’intero sviluppo del prodotto, dalla semina dell’orzo alla realizzazione della birra” aggiunge Walter Lombardi, coordinatore generale degli stabilimenti “Si tratta di un progetto unico nel suo genere, a cui l’azienda tiene molto perché in grado di valorizzare le sue capacità produttive, il territorio e le sue risorse, ottenendo un prodotto di pregio ed eccellenza”.

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