Nonostante la Brexit, Unilever porterà la propria sede legale a Londra, un progetto già ventilato da tempo e che rappresenta, a modo suo, una rivoluzione, anche se del tutto incruenta, visto che l’altro quartier generale si trova in Olanda, a Rotterdam.

Nella pratica l’operazione prevede, tramite un’Opa amichevole, una fusione tra Unilever PLC e Unilever NV, con relativo cambio delle azioni per i soci olandesi.

Il dualismo ha motivi storici, che risalgono al 1930, data di nascita della multinazionale, in seguito al matrimonio fra la britannica Lever Brothers (cura della persona) e Nederlandsche Margarine Unie (condimenti vegetali).

La decisione del Consiglio di amministrazione, che passerà al vaglio dell’assemblea degli azionisti ha ragioni molto pratiche e finalizzate ad aumentare la flessibilità di Unilever, pur mantenendo la quotazione alle borse di Amsterdam, Londra e New York.

Come spiega una nota una maggiore agilità è diventata indispensabile, sia alla luce della revisione del portafoglio dei marchi, un processo che subirà un’ulteriore accelerazione in seguito ai nuovi equilibri di mercato introdotti dall’emergenza sanitaria.

“È chiaro – riporta una nota – che la pandemia da Covid-19 ha creato e creerà un ambiente di business in cui avere la massima agilità e reattività sarà di fondamentale importanza per la creazione di valore verso gli azionisti”.

“In seguito al passaggio a una struttura giuridica unica – si legge ancora - la rilevanza del gruppo nei Paesi Bassi e nel Regno Unito rimarrà comunque invariata. Non vi saranno cambiamenti nelle operazioni, nelle attività, nei livelli del personale e nemmeno nella produzione e distribuzione di prodotti Unilever”.

Anche la sede della divisione Foods & Refreshment, creata nel 2018, e che rappresenta circa il 40% del fatturato, rimarrà a Rotterdam, insieme al centro di ricerca e sviluppo da 85 milioni di euro di investimento, aperto a Wageningen (NL) nel 2019.

Unilever conta oggi circa 400 marchi fra alimentare, cura casa e cura persona, per un fatturato di 52 miliardi di euro.