Ammonta a 1 miliardo di dollari l’investimento lanciato da Fondazione Ikea e da Rockefeller Foundation per combattere il riscaldamento climatico. Lo scopo è di creare un fondo mondiale per sostenere l’uso delle energie rinnovabili nei Paesi in via di sviluppo del Sud Est asiatico, dell’America latina e dell’Africa. Fra le nazioni individuate dal progetto ci sono, per esempio, l’Etiopia, il Malawi, il Ruanda, l’Uganda, l’India, il Brasile, la Colombia…

L’azione decisiva consisterà nel coinvolgimento e nella responsabilizzazione di un miliardo di persone per spingerle a utilizzare sistemi Dre (Distributed renewable energy), ossia basati su fonti locali e di piccola scala (mini-grid e off-grid) che non comportino l’impiego di soluzioni centralizzate. Il risultato sarà la riduzione di 1 miliardo di tonnellate di gas serra immessi in atmosfera.

Ha osservato Rajiv J. Shah, presidente di Rockefeller Foundation: “Il Covid-19 ha comportato la perdita di milioni di vite e di miliardi di dollari, spingendo molte popolazioni, dopo decenni di progressi, in una nuova e grave forma di povertà, che diventerebbe ancora peggiore con lo scatenarsi dell’emergenza climatica”.

Ammonisce Per Heggenes, amministratore delegato di Fondazione Ikea: “Se il consumo globale di energia non confinerà i combustibili fossili, dando priorità alle energie rinnovabili, non soddisferemo gli obiettivi dell'Accordo di Parigi e milioni di famiglie rimarranno in gravi condizioni di povertà. Dobbiamo essere onesti e riconoscere che l'approccio attuale non sta producendo l'impatto di cui il mondo ha bisogno nel tempo che abbiamo". E proprio per questo il colosso svedese ha annunciato, il 10 giugno, un programma per fare in modo che ben 1.600 suoi fornitori diretti passino a fonti rinnovabili, a cominciare dai grandi Paesi di approvvigionamento come India, Cina e Polonia.

Si stima che nel mondo ci siano 800 milioni di persone senza elettricità e che altri 2,8 miliardi non abbiano accesso a risorse energetiche continuative, affidabili e non altamente inquinanti.

L’iniziativa ha solide fondamenta e un polmone finanziario, la newco RF Catalytic Capital. Le due fondazioni, infatti, vogliono richiamare l’interesse di investitori commerciali, che potrebbero essere interessati dalla creazione di un mercato energetico in nuovi Paesi, mercato che comporterebbe lo sviluppo di infrastrutture e attiverebbe la domanda di macchinari e tecnologie per la generazione e lo stoccaggio.

Secondo Shah non è più tempo di facili discorsi: “Per dare corpo a un futuro migliore sono necessari la collaborazione e gli investimenti grandi, audaci, pionieristici e a lungo termine”.