Se in Italia si beve sempre meno vino, la Russia, la Cina e gli Stati Uniti aumentano sensibilmente da anni i loro consumi. Se infatti nel nostro Paese si è scesi sotto la soglia dei 20 milioni di ettolitri (dati Ismea 2010) con un pro-capite che si attesta per la prima volta sotto la soglia dei 40 litri (il calo dalla fine degli anni ’80 ad oggi supera complessivamente il 30%), in altre aree si registrano crescite a due cifre: Regno Unito (+94% rispetto a vent’anni fa), Stati Uniti (+47%), Russia (+63%), Cina (+160%).

“Esportare il vino made in Italy sembrerebbe quindi più che un’opportunità, un obbligo”, commenta Adriano Orsi, presidente del settore vitivinicolo di Fedagri, 425 aziende cooperative aderenti e 20 milioni di ettolitri di vino prodotto per un valore complessivo di 2,4 miliardi di euro (la metà proveniente dalla commercializzazione oltre confine). E in effetti i numeri vanno proprio in questa direzione: dal 1999 al 2008 il valore dell’export di vino italiano è passato da 2,4 a 3,6 miliardi di euro, con un incremento record del 50% (Fonte Oiv). “La crisi economica – spiega Orsi –  ha ridimensionato questo trend impetuoso, riportando nel 2009 il valore dell’export sotto i 3,5 miliardi, con un calo del 2,2% rispetto al 2008. Ma i dati sulle esportazioni nei primi sette mesi del 2010 mostrano una ripresa delle vendite oltre frontiera, con una crescita del 7,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente secondo i dati Nomisma”.

Un’altra voce autorevole che si sta esprimendo in questi giorni è quella dell’Unione italiana vini che rappresenta i maggiori produttori e che sul numero in distribuzione del settimanale Corriere vinicolo riporta i dati sulle domande di contributo economico che i viticoltori stanno rivolgendo all’Unione europea in seguito a un programma triennale di estirpazione dei vigneti in esubero.

“Secondo i dati preliminari di Agea che il Corriere Vinicolo anticipa - si legge sul periodico -  sono 16.000 gli ettari considerati ammissibili per una spesa preventivata di oltre 137 milioni di euro. Considerando che Bruxelles ha messo a disposizione 276 milioni di euro per tutti i Paesi per questa campagna, si tratta di un ammontare molto consistente, e questo nonostante l’importo a ettaro concesso in questa tranche finale fosse il più basso nei tre anni. Sicuramente, a fronte delle richieste pervenute anche dagli altri Paesi, la Commissione europea sarà costretta ad applicare ancora una volta il coefficiente di riduzione già adottato nelle prime due campagne; un coefficiente che potrebbe arrivare anche al 41%, come segnalato da Agea, per cui alla fine gli ettari che effettivamente verranno estirpati potrebbero ridursi a circa 9.000”.

A conti fatti nel triennio 2008-2010 l’Italia eliminerà 32.000 ettari, molto meno di quanto i viticoltori avevano chiesto, ma i soldi per le agevolazioni non erano sufficienti per tutti. Quest’anno hanno chiesto di estirpare, tra le altre regioni, la Puglia 5.500 ettari, la Sicilia 4.500 e l’Emilia Romagna 1.500, la Campania 10, la Lombardia 16 e il Piemonte 62.