Nuovo gruppo in Assitol per rappresentare il settore del biodiesel. Nell’Associazione italiana dell’industria olearia, aderente a Confindustria, ritrova così una rappresentanza forte il mondo dei biocarburanti.

Secondo i dati Assitol, il comparto, a fronte di una capacità produttiva di 1 milione e 600mila tonnellate, nel 2016 ha prodotto 350mila tonnellate di biodiesel, a causa del quadro normativo ancora incerto. Le aziende del settore, che occupano circa 2mila addetti, hanno impiegato principalmente materie prime di origine vegetale, e per il 15% del biodiesel nazionale si è ricorso a oli usati, sottoprodotti e grassi animali.

In occasione della sua prima assemblea, il gruppo appena costituito ha stilato il programma d’azione per il 2017, nominando alla sua presidenza Alastair Fraser. Laureato in biologia, con un master in Business Administration conseguito all’Università Bocconi, Fraser ha una lunga esperienza internazionale nel campo delle energie rinnovabili. Oggi è direttore generale della Oxem, società del gruppo Oxon operante nel settore del biodisel.

Tra le priorità delineate dal gruppo per il settore, le aziende hanno indicato la definizione di un quadro normativo chiaro per l’intero comparto del biodiesel. A preoccupare gli imprenditori, infatti, è la concreta attuazione della Direttiva Europea Iluc, che promuove un impiego più cospicuo dei biocarburanti avanzati, non da oli di origine vegetale, ma derivanti da oli di frittura e grassi animali, entro il 2020. Una strategia che metterebbe in difficoltà l’Italia, che, in virtù della sua vocazione agricola, molto ha investito sugli oli vegetali per usi tecnici, colpendo così anche il nostro settore primario, che ha trovato in questo filone un importante sbocco produttivo e una fonte aggiuntiva di reddito.

In questa fase, non essendoci oggi un limite al doppio conteggio, le aziende petrolifere sono portate ad acquistare esclusivamente prodotti derivanti da oli di frittura usati o da grassi animali, tutte materie sostenibili a forte risparmio di emissioni GHG, ma con una disponibilità limitata, rendendo quindi difficile l’effettivo uso della capacità produttiva installata. “
Per queste ragioni – sottolinea il neopresidente Alastair Fraser – auspichiamo l’avvio di sistemi di premialità, come il double counting, o di sistemi alternativi, ispirati ad altre esperienze europee, finalizzati alla tutela degli investimenti effettuati negli scorsi anni per ampliare la capacità di produzione degli impianti e sviluppare i biocarburanti”.

Nel programma 2017, grande importanza è data anche alla tutela delle produzioni europee, al sostegno della normativa anti-dumping e anti-subsidy e, in prospettiva, alla determinazione della strategia post-2020.